La Scandone non riesce ad espugnare il PalaBigi, perde gara 5 82-72 e adesso sarà costretta a vincere entrambe le partite per cercare di raggiungere la prima finale scudetto della sua storia. Una partita nervosissima, vista la posta in palio, durata oltre due ore, con 52 falli fischiati e 50 liberi tirati in combinata tra le due squadre. Reggio Emilia è stata brava a rigenerarsi dopo il subito al PalaDelMauro in gara 4 e vincere una gara che potrebbe risultare decisica. Avellino esce sconfitta ma è rimasta in partita fino alla fine, non andando mai sotto nonostante l’incapacità di mettere in ritmo i lunghi (annullati dagli adjustment di coach Menetti), tenuta a galla dalle prestazioni di Ragland (23 con 10\10 ai liberi, 8 falli subiti e 3 assist) e Nunnally (21 con 7 rimbalzi), che si confermano veri rebus per gli esterni biancorossi . Da loro bisogna ripartire fra 48 ore, per una gara 6, ovviamente decisiva, e da un PalaDelMauro che si preannuncia, altrettanto ovviamente, tutto esaurito.
L’atmosfera del PalabBigi è carica di tensione.per una gara che negli Stati Uniti chiamano “pivotal game”, ovvero quella che decide le sorti della serie. Avellino ovviamente non ha Acker, sostiuito nei primi 5 da Veikalas (alla peggior partite di una serie pessima), mentre Reggio Emilia deve fare a meno di Veeremenko e parte con Lavrinovic in quintetto. Il primo canestro è di Ragland, ma la Grissin Bon ha un’altra faccia e un’altra fisicità: chiude l’area ad Avellino, impedendogli di coinvolgere i lunghi e costringendo i biancoverdi ad un primo quarto con 5 tiri da 2, 10 (di cui 8 sbagliati) da 3, oltre ad un’inusuale 4/8 ai liberi. Ma Avelllino adesso è solida, soprattutto mentalmente, non si disunisce davanti alle folate della Grissin Bon (nervosa come dimostra il tecnico a Menetti dopo solo 7 minuti) e la tiene a soli 18 punti, chiudendo il primo quarto sotto solo di 5 (18-13), nonostante un attacco asfittico . 7 punti in fila di Lavrinovic danno il primo strappo ai padroni di casa ad inizio secondo quarto (25-18), costringendo al time out Sacripanti, ma Avellino non molla, soprattutto grazie al suo Mvp. Dopo un primo quarto di attesa, Nunnally esplode nel secondo con 13 punti e, praticamente da solo, sorpassa sul 25-26. La partita procede a strappi: Reggio Emilia ci prova con un ritrovato Aradori (37-31), ma Nunnally non ci sta e il 39-38 di un primo tempo lunghissimo (oltre 50 minuti) dimostra l’equilibrio della partita.
Con Green in quintetto per Veikalas (cui Sacripanti mette davanti nelle rotazioni un solido Severini), Nunnally parte da dove ha lasciato, trovando il terzo fallo di Silins (e poi il quarto) e De Niccolao, ma sbagliando 3 liberi in fila. Regali che a Reggio Emilia, sul suo parquet non puoi lasciare: un paio di errori di un Buva fuori partita riportano Reggio Emilia al +7 (51-44) e poi al massimo vantaggio siglato Della Valle (57-48). Avellino resta in partita grazie a Ragland, unico ad attaccare con costanza il canestro ma, per la prima volta in 5 partite, dà segni di stanchezza. Il 57-50 con cui si apre l’ultimo quarto tiene in partita Avellino, ma Buva continua a fare danni (3 falli in attacco consecutivi) e Reggio inizia a vedere lo striscione del traguardo, anche perché un tecnico a Sacripanti regala 4 punti e il nuovo massimo vantaggio ai padroni di casa (68-57). Ragland e Nunnally però non mollano e, praticamente da soli, riportano i biancoverdia a -3 (68-65 con 3 da giocare), ma la Grissin Bon stavolta ne ha di più e una rubata di De Niccolao su un brutto passaggio di Green chiude la partita (78-69 con 60 secondi da giocare) fino all’82-72 finale.