L’Iran deve impegnarsi a concludere le operazioni sul nucleare per almeno dieci anni. Sono le parole del presidente americano, Barack Obama, in un’intervista realizzata dall’agenzia di stampa Reuters.
Alla vigilia dell’atteso ed intenso discorso al Congresso Usa del premier israeliano Benjamin Netanyahu, incentrato sulle armi nucleari di Teheran, il numero uno della Casa Bianca ribadisce che l’alleanza con Tel Aviv resta molto forte, tuttavia la strategia degli Usa verso il nucleare iraniano è decisa. «Se l’Iran ha la volontà di concordare un numero a doppia cifra di anni durante i quali manterrà il suo programma nucleare fermo dov’è ora, di fatto riportandone indietro elementi che esistono attualmente – ha detto Obama – se riusciamo ad ottenere questo, e a trovare un modo per verificarlo, non c’è altro passo che potremmo fare che ci dia una garanzia superiore che non hanno l’arma nucleare». L’obiettivo degli Usa, ha aggiunto il presidente, e di avere la certezza che in questo decennio «L’Iran non abbia le capacità materiali per costruire un ordigno nuclerare».
Obama ha continuato affermando che i dissensi sul discorso del premier israeliano Benjamin Netanyahu al Congresso Usa contro l’accordo con l’Iran, in programma martedì, sono una distrazione che non sarà «distruttiva» dei legami tra Stati Uniti e Israele. Il presidente tuttavia ha aggiunto che c’è un «problema di disaccordo» tra la sua amministrazione e il governo israeliano su come raggiungere l’ obbiettivo condiviso di impedire all’Iran di operare nel nucleare. Quando gli è stato chiesto della prospettiva per un accordo finale con l’Iran, che ha come scadenza il 30 giugno, Obama ha detto che un dubbio chiave è se l’Iran acconsentirà alle richieste di ispezioni rigorose e ai bassi livelli di capacità di arricchimento dell’uranio che dovrà mantenere. «Tuttavia se acconsentiranno a ciò, sarà molto più efficace nel controllare il loro programma nucleare di qualsiasi azione militare che potremmo intraprendere, di qualsiasi azione militare che Israele potrebbe fare e molto più efficace delle sanzioni», ha spiegato Obama.
L’omicidio di Nemtsov
Il presidente Usa ha parlato anche delle questioni Europee,soprattutto riferite alla Russia. In riferimento alle tensioni con Mosca e dell’omicidio di Boris Nemtsov che Obama aveva incontrato durante un viaggio a Mosca nel 2009. Secondo il Presidente la morte dell’esponente dell’opposizione al governo «è un’indicazione del clima in Russa dove la società civile, i giornalisti indipendenti, la gente che cerca di comunicare su internet vengono sempre più minacciati». «Non ho idea in questo momento esattamente di cosa sia successo – ha aggiunto Obama – Quello che so è, più generalmente, è che la libertà di stampa, la libertà di riunione, la libertà d’informazione, i diritti civili di base e le libertà civili in Russia sono in una condizione molto peggiore adesso rispetto a quattro, cinque anni fa».
Il ravvicinamento con Cuba
Il presidente americano, Barack Obama nel corso dell’intervista alla Reuters ha anche auspicato l’apertura dell’ambasciata americana a Cuba prima del vertice delle Americhe in programma a Panama dal 10 all’11 aprile. «Questa è la mia speranza», ha sottolineato. «Il fatto è che, dal nostro annuncio, il governo cubano ha iniziato a discutere metodi con cui possa riorganizzare la propria economia per accogliere possibili investimenti stranieri- ha affermato ancora Obama – È sempre stata questa la premessa di questa politica di riavvicinamento: il fatto che, dopo 50 anni di politiche che non hanno funzionato, dobbiamo tentare qualcosa di nuovo che incoraggi e in ultima battuta spinga il governo cubano ad adottare un’economia moderna. Penso che ciò creerà maggiore libertà per il popolo cubano».