Nella giornata di ieri si è svolto il Consiglio dei ministri, che ha approvato diversi provvedimenti, tra cui il più importante è sicuramente il cosiddetto Decreto Scuola.
Gli articoli più significativi del decreto riguardano senza dubbio il bando per il concorso straordinario, di cui tanto si è già vociferato nei giorni scorsi. A tale gara, che porterà all’assegnazione del ruolo per circa 24.000 aspiranti docenti, potranno partecipare gli insegnanti che hanno svolto almeno tre annualità di servizio tra l’anno scolastico 2011/12 e l’anno 2018/19 solo in istituti statali, comprendenti almeno una nell’unica classe di concorso per cui si intende concorrere. In questo modo, il concorso (forse a fine autunno) porterà al ruolo per tali candidati entro settembre 2020.
Si otterrà l’immissione in ruolo attraverso la valutazione dei titoli e lo svolgimento di una prova scritta a computer su quesiti a risposta multipla. Il test si baserà sullo stesso programma d’esame del concorso 2018 e si riterrà superato solo con un punteggio pari ad almeno 7/10. A ogni modo, la trafila per chi rientrerà nei posti utili prevederà ulteriori passaggi. In primo luogo, si dovranno acquisire i 24 crediti formativi universitari nelle “materie d’insegnamento” a carico dello Stato, per chi non ne è in possesso. In più, al termine dell’anno si dovrà sostenere una simulazione di lezione valutata da un comitato interno alla scuola in cui si è svolto l’anno di prova, a cui si aggiunge un membro esterno. Invece i candidati non rientrati utilmente nelle graduatorie ma con il punteggio positivo, potranno conseguire l’abilitazione – dunque l’ingresso in seconda fascia – nel caso in cui siano già sotto contratto per una supplenza annuale presso un’istituzione scolastica o educativa pubblica, conseguendo frattanto anche i 24 crediti. Al termine dell’anno, costoro dovranno sostenere una prova orale selettiva, che porterà all’abilitazione in caso di superamento.
Ma le novità previste nel decreto nel comparto scuola non sono terminate. Infatti, i vincitori dei concorsi 2016 e 2018 potranno scegliere volontariamente, nel prossimo anno scolastico, di spostarsi laddove siano presenti carenze di organico, così ottenendo l’agognato ruolo nel territorio scelto. In tale posto però dovranno rimanere per almeno cinque annualità.
Altro provvedimento adottato sarà il mantenimento dei diplomati magistrali alle loro docenze fino alla fine dell’anno scolastico, in modo da garantire la continuità didattica.
Inoltre, la misura prevede sia un concorso sia per 59 nuovi ispettori scolastici, come concordato nei giorni scorsi tramite l’intesa con i maggiori sindacati, sia per i direttori dei servizi generali e amministrativi che abbiano già maturato tre anni di servizio, sia pur senza titoli specifici per l’impiego. Questi ultimi però verranno immessi in ruolo in subordine ai vincitori del concorso ancora in svolgimento. Altro concorso annunciato è poi per 11.263 posti di collaboratore scolastico, da selezionare tra il personale delle imprese che abbiano maturato almeno dieci anni di servizio nelle scuole.Ulteriori modalità di accesso al comparto scuola dovrebbero poi arrivare con la Legge di Bilancio, tra bando ordinario per aspiranti docenti di scuole secondarie e percorsi abilitanti riguardanti dottori di ricerca e chi ha insegnato solo in istituti paritari.