Dall’inchiesta sul naufragio nel canale si Sicilia emergono atti di “inumana violenza”, episodi di violenza inaudita, come quello di un ragazzo ucciso su un gommone mentre raggiungeva il peschereccio poi affondato, la sua unica colpa essersi alzato senza permesso. Il suo cadavere sarebbe stato poi buttato in mare. Lo si apprende dalla Procura di Catania che indaga sulla tragedia.
Diversi migranti rinchiusi come animali in una fattoria in attesa di imbarcarsi sul peschereccio che ha poi fatto è affondato, i migranti sarebbero stati “picchiati selvaggiamente con dei bastoni” perché “non obbedivano agli ordini” dei trafficanti. “Le bastonature avrebbero provocato alcuni decessi, altri sarebbero morti di stenti”.
“Dal complesso delle dichiarazioni può affermarsi ragionevolmente che sul peschereccio” che ha fatto naufragio al largo della Libia “vi fossero oltre 750 persone”. E’ la valutazione della Procura di Catania agli atti dell’inchiesta dalla quale emerge anche la “presenza poco prima della partenza di personale libico, indicato come ‘poliziotti'” che avrebbero ricevuto dei soldi.
“Il riconoscimento di entrambi gli indagati è effettuato dalla maggior parte dei testi e quasi tutti riferiscono che il ‘comandante’ era anche il conducente”. Lo afferma la Procura di Catania sui due presunti scafisti indagati per il naufragio del barcone al largo della Libia.
Del secondo, un siriano che ieri ha accusato l’indagato tunisino, “molti dicono che faceva eseguire gli ordini del comandante, che faceva uso di un telefono satellitare per mantenere i rapporti con l’organizzazione libica, almeno in un paio di circostanze tra cui una nella fase di avvistamento del mercantile portoghese”. Sul capovolgimento del peschereccio libico “molti riferiscono di tre urti causati dalle manovre del comandante tunisino che avrebbero provocato forti oscillazioni”.
La Marina Militare effettuerà al più presto una ricognizione del relitto per trarne una documentazione fotografica e video, al fine di consentire di raccogliere elementi di prova e di valutare la necessità e la fattibilità di eventuali ulteriori operazioni.
Funerali a Malta, presente Alfano – “Le scene di oggi sono un pugno nello stomaco, un monito per coloro che sono indifferenti”, ha detto Alfano, nel corso di una conferenza stampa congiunta a Malta con il vice primo ministro maltese Louis Grech, il commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos e il ministro greco della Solidarietà Theano Fotiou, subito dopo avere partecipato ai funerali delle 24 vittime del naufragio avvenuto sabato scorso davanti alle coste libiche in cui sarebbero morti altre centinaia di migranti.
Alfano ha sottolineato che questo è il secondo funerale al quale partecipa, dopo quello delle vittime della tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2014 che costò la vita a 366 migranti. “Tutti noi – ha aggiunto Alfano- ci aspettiamo segnali forti dalla Ue”. Una folla commossa ha partecipato a La Valletta alla cerimonia interreligiosa per le 24 vittime accertate. Una delle vittime era un ragazzo di non più di 15 anni. Tra la folla anche numerosi migranti. (Ansa)