Nella mattinata di sabato 16 dicembre presso la casa municipale, di Montoro, si è tenuto il convegno “L’importanza della rete assistenziale: prevenzione e cura nel proprio territorio”, organizzato dalla cooperativa sociale “MoviMenti” e patrocinato dalla Città di Montoro. Ad aprire il convegno il primo cittadino, Mario Bianchino, che ha evidenziato il lodevole operato del gruppo, il quale fa rete per ovviare molto spesso alle poche certezze oggi presenti, a livello scientifico e sociale. A lui si è succeduto l’assessore allo sport, cultura e spettacolo Raffaele Guariniello, che ha evidenziato come l’obiettivo odierno sia sempre più teso alla creazione di una rete sanitaria, in modo da coprire tutti i tipi di servizi assistenziali.
Dopo i saluti istituzionali la moderatrice dell’incontro, la psicologa Daniela Caserta, ha spiegato la mission della cooperativa, basata su un gruppo di professionisti molto amici tra loro, che intendono creare una rete assistenziale a tutti i livelli. Poi si è soffermata sulla scelta dei relatori, tutti accomunati dal loro impiego a stretto contatto con la medicina di base.
Il dottore Giuseppe Galasso, dirigente del reparto di rianimazione presso l’ospedale “Moscati” di Avellino e titolare di alcune farmacie montoresi, rimarca l’abbandono assistenziale delle istituzioni, che hanno delegato l’assistenza ai membri delle famiglie, alla società civile, in special modo alle istituzioni.
Secondo Galasso, spetta principalmente al rapporto medico-paziente risolvere i problemi sanitari, specialmente una volta che il malato ritorna a casa dopo essere stato in ospedale. Per questa fase, il dottore auspica una più efficiente rete di assistenza integrata. Allo stesso tempo, il dirigente ribadisce che il convegno serva a far capire di non sottovalutare i problemi socio-sanitari presenti nelle famiglie. Terminato l’intervento, la moderatrice ha aggiunto che la creazione di una rete assistenziale è il primo obiettivo della giovane cooperativa, affinché tutti abbiano le stesse possibilità di curarsi. In tal senso, ha citato il festival di educazione nazionale al benessere “Borgosalus”, organizzato dal dottore Massimo De Girolamo, durante il quale sono svolte visite preventive gratuite per 10 giorni a Borgo di Montoro.
Allora la parola passa proprio all’organizzatore del festival, anche membro della presidenza nazionale US Acli, con delega a sport e salute. Il dottore si sofferma in particolare sulla rete assistenziale, in cui può intervenire ogni componente della società civile. Aggiunge poi che in questa rete deve giocare il ruolo da protagonista l’ente locale, potenzialmente il più forte catalizzatore di persone, La stessa, aggiunge, deve includere anche l’assistenza sociale, già come avviene da tempo al Nord Italia con le unità socio-sanitarie locali. Di conseguenza, la rete deve essere polivalente, così si includono lo psicologo, l’assistente sociale, il fisioterapista come altre figure utili all’assistenza. Allo stesso tempo, la rete deve essere anche polifunzionale, racchiudendo espressioni territoriali come le associazioni, che grazie ai suoi membri riescono ad avvicinare più facilmente le persone alla prevenzione. Una volta che il membro ACLI ha espresso le proprie considerazioni, la parola è passata al senologo Carlo Iannace, fresco vincitore del riconoscimento “Laudato Medico 2017”, assegnato dal movimento “Europa Donna Italia”, in quanto il premiato preserva l’umanizzazione della cura, metodo portato avanti dal celeberrimo Umberto Veronesi. Il medico ha ribadito la forza del suo modello di prevenzione, ma anche come la Campania ha la sanità commissariata in quanto non vengono garantiti tutti i livelli minimi di assistenza, tra questi sono inclusi screening capillari alla mammella e alla cervice. Per questa ragione, la rete assistenziale presenta diverse criticità strutturali, che si presenta però efficiente laddove gli operatori sono presenti attivamente. Il chirurgo si è poi soffermato su come i protagonismi tra le associazioni abbiano reso difficoltoso screening capillari nella provincia irpina. In questo modo, ancora oggi non è semplice creare una perfetta integrazione tra territorio e rete, elemento indispensabile per affrontare i problemi del malato, a cui si cerca comunque di fornire risposte, in particolare radicando il rapporto tra medico e paziente, così evitando migrazioni sanitarie.
A Iannace si è susseguita la presidentessa della cooperativa, la logopedista Maria Cristina Foglia, la quale ha spiegato quanto sia importante la prevenzione in età pediatrica. A riguardo, l’esperta ha menzionato i disturbi specifici del linguaggio e quelli degli apprendimenti curricolari, meglio noti come DSA (disturbi specifici dell’apprendimento).
Il dibattito è proseguito con il presidente dell’associazione AIPASS (Associazione italiana professione assistenti sanitari) Antonio Cusano, il quale ha evidenziato il ruolo fondamentale svolto dalla ricerca, al fine di prevenire le più disparate malattie. Dopo di lui, ha preso la parola la dottoressa Luna Carpinelli, membro di Telefono Azzurro, esponendo il suo operato ai presenti. Successivamente, ha parlato il sociologo Simone Picariello, membro della struttura irpina “Punto Giovani Onlus”, dedita al recupero delle dipendenze patologiche, raccontando come il suo lavoro si concentri sull’eliminazione delle cause che portano alla dipendenza, anziché sui suoi sintomi. In rappresentanza del “Centro Antiviolenza Antonella Russo” e de “La Casa sulla Roccia” poi era presente la dottoressa Anna De Stefano, per descrivere le strutture in cui opera, in particolare riguardo all’attività in contrasto alla violenza di genere. De Stefano ha tenuto a far comprendere che la prevenzione più efficace è un’educazione culturale tesa al massimo rispetto verso la figura femminile. Altro concetto cardine del suo discorso è stato l’importanza della rete personale, affinché il fenomeno della violenza venga fuori prima che sia troppo tardi; come di quella territoriale, cosicché nel proprio territorio la donna trovi una struttura capace di affrontare il suo dramma.
Infine è intervenuta la vicepresidentessa della cooperativa, l’avvocatessa Valentina Musto, a sottolineare le considerazioni venute fuori nel corso dell’intera mattinata. La donna ha affermato, in breve, che i tre elementi chiave per un ottimo stato di salute sono la prevenzione, grazie a cui si riescono a vedere prima eventuali malattie, come la cura, per guarire da disturbi riscontrati. Nella sua chiosa finale ha ribadito, però, che i due elementi sono decisamente poco efficaci senza il terzo, vale a dire la rete assistenziale, che li sappia adoperare al meglio.
Francesco Stabile