La rassegna promossa dal Ministero Beni Culturali offre l’occasione di recarsi in Pago del Vallo di Lauro per visitare il sito archeologico di Pernosano. Ivi si potranno visionare i reperti archeologici rinvenuti nella Chiesa di S.Maria Assunta. A seguito dell’evento sismico del 1980, nei locali sottostanti alla chiesa parzialmente crollata, sono venuti alla luce numerosi dipinti ed affreschi raffiguranti i Santi Vescovi di Nola, San Felice, San Massimo e San Paolino ed anche un dipinto di Santa Cecilia, unico in Campania.
Il sito e’ oggi un esempio di “Cantiere della conoscenza” in quanto dal 1996 e’ oggetto di restauro sistematico, aperto alla divulgazione in itinere delle delicate fasi operative. La costruzione della Chiesa e’ risalente al periodo tra il 910 ed il 943 ed e’ opera, secondo le fonti, di Landolfo I, Principe di Capua e Benevento.
Nel 1655 a causa del progressivo interramento e dell’umidita’ e’ stata costruita una nuova chiesa sui resti della precedente; e nei piani sottostanti ci sarebbe la possibilita’ di rinvenire un tempio di Augusto, finora non vagliata dall’indagine archeologica, ancora in itinere. Sono visibili gli affreschi che permettono di ricostruire fasi di vita della Chiesa e del territorio, in quanto il sito sorge su una linea di confine contesa tra il Principato Longobardo di Benevento, quello di Salerno ed il Ducato bizantino di Napoli. Abbiamo intervistato in proposito il solerte Vincenzo Rufino, assessore uscente di Pago con deleghe ai Lavori Pubblici, Cultura e Protezione Civile. “Il sito sara’ aperto-ci riferisce-dal 1° maggio tutti i sabato (intera giornata fino alle ore 24) e domenica mattina (fino alle ore 13,00) e sara’ visitabile senza prenotazione e con vista guidata in loco. Questo luogo di culto e’ oggetto di studio di gruppi di ricercatori provenienti da Stati Uniti, Australia, Germania che specie nel periodo estivo si fermano sul territorio e l’assessore Rufino si pregia di ospitare ed incoraggiare. Il rinvenimento di dipinti e reperti storici- egli sostiene- e’ importante per la valorizzazione del territorio oltre che per l’arricchimento del patrimonio artistico nazionale. Ed auspico-egli continua-un maggior interessamento della Soprintendenza ai Beni Culturali affinche’la ricerca e la cura del sito possa avvalersi anche di gruppi di lavoro italiani, magari legati all’ambito universitario.