L’energia eolica si produce in Alta Irpinia da oltre un ventennio e si e’ rivelata un buon affare per le societa’ di installazione delle pale, un po’ meno per i Comuni che le ospitano. Vi e’ stato negli anni uno sviluppo caotico degli impianti che hanno portato all’installazione disordinata delle pale che arrecano inquinamento acustico ed occupazione di suolo agricolo, destinato da sempre al pascolo e alle coltivazioni cerealicole.
Partito come “parco pubblico sperimentale” nel 1992 e’ stato assorbito dal libero mercato che ha visto l’acquisizione di suolo privato, con il benestare dei Comuni, dai privati alle multinazionali che hanno badato essenzialmente al ritorno economico dell’investimento.
Per questi motivi si e’ avuto uno sviluppo selvaggio dell’eolico. Ma c’e’il rischio che l’eolico oltre che selvaggio sia pure fonte di attivita’illecite. Ed e’ stato questo il tema trattato nell’incontro svoltosi a Lacedonia lo scorso lunedi che ha visto la Commissione regionale anticamorra incontrare sindaci, comitati e studenti. Tra le personalita’ presenti al tavolo l’assessore alla sicurezza regionale Franco Roberti, il Presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio, i sindaci di Lacedonia e dei paesi limitrofi. Diversi i campanelli d’allarme: la retata del luglio scorso ha portato all’arresto di tredici persone , tra cui un sindaco, nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Le accuse vanno dal conferimento di mazzette sugli appalti concessi per l’annullamento di intoppi burocratici nelle procedure; all’applicazione di tangenti, preceduti dalle minacce, per garantire il funzionamento delle attivita’.
In Irpinia si sono registrati numerosi attentati agli impianti eolici, ben quattordici nell’anno 2016. La catena degli episodi criminosi era iniziata alla fine dell’estate 2015, quando un ordigno aveva danneggiato una pala eolica ed inoltre erano stati bruciati trattori, camion ed escavatori. I tutto ai danni di una ditta di movimento terra, i cui titolari avevano rischiato anche scariche di mitra intimidatorie. Da allora si e’ capito che sulla produzione di “energia pulita”anche in Irpinia soffia il vento sporco della malavita. Nell’attuale convegno di Lacedonia hanno voluto con la loro presenza dimostrare di prestare un livello alto di attenzione al dilagare del fenomeno malavitoso.