ROMA – Dopo anni di contrasti e prese di posizioni inadeguate ed eccessive, le unioni civili sono finalmente legge. Dalla Camera è arrivato il via libero definitivo con 372 sì, 51 contrari e 99 astenuti. Rispetto alla fiducia (369 si’), il voto finale sul ddl Cirinna’ (372 deputati a favore) ha preso tre voti in piu’. Quasi praticamente gli stessi voti sulla fiducia. Assieme alla maggioranza ha votato anche Sinistra italiana. M5S si e’ astenuto. La diminuzione dei voti contrari e’ stata invece compensata dall’aumento delle astensioni. Da sottolineare che nel voto finale ci sono stati ‘travasi’ di voto tra Ap e Fi con i vari dissensi interni rispetto al gruppo. L’Aula ha accolto con un lungo applauso il ‘sì’ alla legge.
SODDISFATTO MATTEO RENZI – “Avete contribuito a scrivere una pagina di storia. Grazie. Adesso avanti! Matteo”. È questo il messaggio inviato dal presidente del Consiglio ai parlamentari del Partito Democratico. È un giorno di festa per tanti, oggi.
Per chi si sente finalmente riconosciuto. Per chi vede dopo anni che gli vengono restituiti diritti talmente civili da non aver bisogno di altri aggettivi.Per chi stanotte ha fatto fatica a prendere sonno, per chi da giorni ci scrive chiedendo dove festeggiare, per chi semplicemente non sta più nella pelle.È un giorno di festa per tanti, oggi.In queste ore decisive tengo stretto nel mio cuore il pensiero e il ricordo di Alessia. E questo mi basta. Perché le leggi sono fatte per le persone, non per le ideologie. Per chi ama, non per chi proclama.Scriviamo un’altra pagina importante dell’Italia che vogliamo.Lo facciamo mettendo la fiducia perché non erano possibili ulteriori ritardi dopo anni di tentativi falliti.Lo facciamo con umiltà e coraggio. Ma lo facciamo adesso perché in Italia non è più possibile continuare a rinviare tutto.
BOSCHI: “TRAGUARDO STORICO” – “Dopo anni di attesa abbiamo raggiunto un traguardo storico, abbiamo approvato una legge che cambia davvero la vita delle persone. Siamo tutti orgogliosi del lavoro che abbiamo fatto”, commenta il ministro Maria Elena Boschi.