Servizio Sociale – L’abbandono è un concetto ampio e complesso e come tale va analizzato nella sua completezza. Il concetto d’abbandono nel diritto così come nella vita social, si radica sul riconoscimento che vi è da una parte una persona non in grado di badare adeguatamente a se stessa per insufficienze fisiche o psicologiche, e dall’altra qualcuno che pur avendone il dovere ne omette il prendersi cura di lei.
L’abbandono può mettere a repentaglio la vita stessa del soggetto incapace o in altri casi manifestarsi con grandi carenze indispensabili allo sviluppo umano.
Nel primo caso, l’istituto giuridico interviene sanzionando penalmente il comportamento di chi abbandona un minore di anni 14 ovvero una persona incapace per qualsiasi motivo di provvedere a se stessa art 591cp. I soggetti tenuti all’obbligo di non abbandonare l’incapace non solo i genitori, i coniugi,i parenti, ma anche l’insegnante e l’educatore di comunità, il medico e altri professionisti del sociale.
La legislazione che delinea la cura dell’ incapace
La cura della persona incapace grava sull’intera comunità e sui suoi servizi di assistenza. La legislazione delinea per i minori un diritto soggettivo. Diverse normative tra cui quella sull’adozione speciale, ha fatto sì, che tanti minori ricoverati in strutture potessero vivere un clima familiare.
La legge sull’adozione è stata ampliata dal legislatore, considerando l’abbandono tutte le situazioni in cui il minore è stato deprivato di quelle cure e prestazioni dovute dai genitori necessarie allo sviluppo affettivo, allo sviluppo della personalità e alla socializzazione.
Secondo la giurisprudenza l’abbandono può configurarsi anche sotto l’aspetto omissivo, o per eccessive cure da parte di madri psicotiche.
L’ordinamento esige, che l’abbandono possa portare a recidere i legami biologici e a sostituire una famiglia degli affetti a quella di sangue.