La solitudine è uno stato emotivo troppo spesso sottovalutato, probabilmente la ragione di fondo è che oggi si riesce a mascherare molto meglio che negli anni passati. Quando facebook, twitter ed i social erano solo fantasia, la solitudine si affrontava in maniera molto più intima, personale, accumulando giorno dopo giorno un senso di vergogna, che ti portava ad allontanarti dal contesto del proprio vissuto, fino a lasciarti sprofondare nel male oscuro della depressione. Tuttavia erano tempi nei quali spesso era sufficiente il supporto della famiglia, di amici sinceri, per riuscire a venirne fuori.
Quindi si può morire di solitudine? La risposta per quanto possa sembrare assurda è assolutamente, Si! Non solo, i fattori di rischio sarebbero uguali o addirittura superiori al rischio di morire per patologie legate all’obesità. L’inquietante certezza arriva dall’analisi di un centinaio di studi che nel corso degli anni hanno coinvolto quasi 5 milioni di persone provenienti dai paesi più sviluppati.
Oggi in realtà il concetto è rimasto lo stesso, sono invece notevolmente cambiate le conseguenze. Essere una persona depressa oggi è molto più pericoloso che in passato, è sufficiente una connessione ad internet, leggere una frase particolare, accedere a contenuti multimediali “coinvolgenti”, ed ecco che una mente fragile può arrivare a pensare di togliersi la vita, come se appagata da un supporto virtuale, che in realtà non ha nessun reale interesse! Oggi una persona sola cerca di riempire i propri vuoti interiori sul web, illudendosi che sia il mezzo ideale per compensare il proprio disagio.
Solitudine, i social non migliorano la situazione!
La connessione sociale tra individui è considerata un bisogno primario dell’essere umano, fondamentale per il proprio benessere fisico, quanto per la stessa sopravvivenza. L’uomo a differenza degli animali ha necessariamente bisogno di rapportarsi, di generare emozioni, di condividerle umanamente. Quando vengono a mancare queste risorse indispensabili, quando l’isolamento sociale diventa eccessivo, il rischio di morte prematura aumenta notevolmente.
La solitudine e l’isolamento sociale possono rappresentare un pericolo per la salute pubblica più che l’obesità e il loro impatto è cresciuto e continuerà a crescere. A rivelarlo diversi studi che nel corso degli anni hanno analizzato il comportamento di oltre 4 milioni di persone, scoprendo che una maggiore connessione sociale è associata ad un rischio ridotto del 50 per cento della morte precoce. I ricercatori sono arrivati alla conclusione, che la solitudine, nei casi estremi, può provocare la morte con un rischio uguale o superiore all’obesità. Solo negli Stati uniti a soffrire di solitudine cronica sarebbero circa 42,6 milioni di over 45. In europa il dato è poco meno minore, attorno ai 30 milioni. Il problema tuttavia si presenta anche in soggetti molto giovani, che in un mondo social e veloce come quello di oggi, non riescono a tenere il passo, venendo isolati quasi forzatamente.
Isolamento Sociale, a rischio i pensionati.
Il rischio più elevato è ancor una volta per i nuovi pensionati, uomini e donne che avendo lavorato una vita, trovandosi catapultati in un “mondo nuovo”, non riescono più ad adattarsi, quasi fossero stati istruiti per 30-40 anni ad avere un comportamento sociale standardizzato e legato esclusivamente al lavoro da svolgere.
Ecco, questi soggetti sono i più a rischio morte prematura, capaci di spegnersi lentamente, giorno dopo giorno, senza neppure accorgersene. In questi casi è di fondamentale importanza riuscire a crearsi o rimettere in gioco una vecchia passione, un cervello abituato a fare sempre la stessa cosa, per decine di anni, ha bisogno di rimettersi nuovamente in moto per non rischiare di farsi risucchiare dalla solitudine che si nasconde dietro la depressione sociale.