La Scandone dopo 3 sconfitte interne consecutive, ritrova la vittoria tra le mura del PalaDelMauro, battendo non senza fatica e forse oltre i propri meriti una Brindisi mai doma. Il 76-73 finale parla di una partita dalle due facce, che Avellino ha dominato ampiamente per 23 minuti, ma che poi ha mollato in maniera preoccupante tanto da far rientrare l’Enel che ha avuto sia la palla del sorpasso che quella del pareggio proprio sulla sirena. Vedendo il bicchiere mezzo pieno, Avellino è terza in classifica da sola, ma di buono oggi ci sono solo i 2 punti.
Sacripanti parte con Obasohan in quintetto, anche per tenere a bada, a turno, Goss o Moore. Il belga risponde bene, come tutti i suoi compagni, dimostrando fin da subito che Tenerife è già un lontano ricordo. La Scandone gioca ai ritmi preferiti da Brinidisi, con tanta transizione e scelte non sempre oculate. Una prima accelerata di un ispirato Ragland (17 punti con 7/10 nel solo primo tempo) porta i lupi sul 12-8 di metà quarto, che diventa 20-15 a fine periodo con la solita tripla di Green. Zerini e Randolph aprono la seconda frazione con 5 punti in fila per il massimo vantaggio biancoverde (25-15), ma Avellino deve mettere in conto il Fesenko tremendamente falloso di questo scorcio di stagione. I due falli dell’ucraino non aiutano l’attacco biancoverde che solo appoggiandosi alle giocare di Randolph e Ragland trova soluzioni pulite. Sono proprio loro due a confezionare la giocare della partita (uno spettacolare alley oop schiacciato dall’esterno ex Alabama University), ed è sempre Ragland con un’altra accelerata ad allungare fino al 40-28 nella bolgia del PalaDelMauro. Brindisi si appoggia molto ai suoi lunghi (Carter e M’Baye segnano 21 dei 30 punti del primo tempo dei lupi), senza però riuscire ad esprimere il suo gioco, grazie ad un ottimo Cusin a protezione del ferro (7 rimbalzi) e ad una difesa esterna sugli esterni.
Sacripanti, come spesso capita, cambia il quintetto ad inizio ripresa con Green e Fesenko. E sono proprio loro a lanciare prima i lupi sul +15 e poi sul 49-32, massimo vantaggio del 23imo. Qui all’improvviso, la Scandone si pianta letteralmente, non riuscendo a trovare nessun tipo di soluzione offensiva. Moore e Scott producono un parziale di 14-1 in cui Avellino trova un solo punto (libero di Leunen su fallo tecnico fischiato a Carter), e riesce a realizzare solo dalla lunetta, riuscendo a limitare i danni alla terza sirena (56-49). Ormai i pugliesi sono rientrati in partita e nell’ultimo quarto la partita si sporca. Avellino continua ad andare dove la portano le giocate dei singoli: prima Ragland, con due assist e una tripla e Green con la solita rubata ridanno un minimo di fiato ad Avellino sul 69-63, poi Randolph con un 2+1 ricaccia di nuovo indietro i pugliesi che, però, entrano nell’ultimo minuto col minimo svantaggio (72-71) e con 35 da giocare avrebbero la palla del sorpasso, ma Scott sbatte su un positivo Zerini perdendo palla e possibilità di vittoria. Dopo i due liberi di Randolph, la Scandone lascia a Moore la tripla del pareggio che, per fortuna dei lupi, finisce corta, premiando forse oltremodo la prestazione della Sidigas.