Fiat – Si registra una ripresa del 75% della produzione totale per la Fiat Automotive di Pratola Serra: l’attuale volume e’di 400mila motori che una volta assemblati vengono esportati a Melfi, Cassino ma anche in Turchia, Ungheria e addirittura in Ohio (Usa). La Fiat ha assorbito 1800 unita’ tornando ai livelli pre-crisi del 2007. A Pratola Serra si assemblano i motori della Giulia, nuova ammiraglia del marchio Alfa Romeo. Con la ripresa di FCA a Pratola Serra e del settore Aerospaziale a Morra de Sanctis il sindacato Fiom-Cgil tramite il suo rappresentante Giuseppe Morsa chiede il rilancio del contratto di rete siglato con Confindustria nel 2007 e con il coinvolgimento diretto dell’Asi auspica ci sia un ritorno dell’indotto al servizio del sistema di supporto del comparto Fiat per ricreare occasioni di lavoro ed occupazione in Irpinia. E si pensa di sfruttare logisticamente l’area di Pianodardine che disppne di numerosi capannoni inutilizzati. Negli anni 2013 e 2014 sono state costrette a fermarsi aziende quali l’Astec e Logitech che si occupavano di manutenzione degli impianti industriali e di logistica. Le due aziende hanno dovuto rinunziare a commesse di lavoro in quanto necessitavano di ammodernamenti tecnici previo investimenti non disponibili al momento. Pertanto negli anni di crisi la Fiat si e’ rivolta alle aziende site aree del centro-nord, come Piemonte e Lombardia, mentre il Sud segnava il passo.
Le statistiche rivelano che nel 2008 la FMA aveva un parco fornitori dislocato per il 70% in Italia e per il 30% all’estero. Ma l’83% delle forniture nazionali proveniva da aziende dal centro-nord e solo il 16,7% da aziende meridionali; percentuale che si riduce ancora al 7,6% se si individuano aziende fornitrici con sede in Campania.
Per cui la Fiom ora vuole rispolverare l’accordo del 2008 per far rinascere il Consorzio Irpinia Automotive e riportare in Irpinia le basi dell’indotto Fiat. Per realizzare cio’ occorre uno sforzo delle istituzioni mediantesgravi fiscali per attrarre l’imprenditoria locale disposta ad investire e della politica per convincere le maestranze Fiat a ridare opportunita’ alle aziende locali.
Il mercato e’ globalizzato, la concorrenza e’ fortemente selettiva, in quanto a criteri di logistica e know how, ma la sfida va lanciata, necessariamente.
Dario Alvino