Il PalaRadi resta tabù. Alla fine di una partita molto tattica e dura, sia fisicamente che mentalmente, senza riuscire a dare ulteriore linfa alle ultime due vittorie consecutive. 64-58 il punteggio per i padroni di casa di coach Pancotto che continuano nel loro momento d’oro (ottava vittoria di fila), rimanendo nel gruppo di testa e blindando le Final Eight. Final Eight che, invece, la Scandone continuerà ad inseguire già da mercoledì quando, nel consueto derby prenatalizio ospiterà Caserta. Nel complesso i biancoverdi non hanno demeritato, rimanendo in partita contro una squadra di grande solidità mentale e incredibile applicazione difensiva ma, come già capitato in questa stagione, sono mancati nel rush finale, cedendo alla maggiore capacità di essere squadra degli avversari.
Il primo strappo è di Cremona che prova ad allungare sull’8-3, ma la Scandone non si scompone più di tanto e, grazie all’autorità di Green e Leunen rientra e sorpassa fino al 13-15 della prima sirena, nonostante un Nunnally ancora a secco. Avellino difende benissimo sul pick and roll tra Vitali e Cusin, soprattutto con un Green asfissiante sul playmaker azzurro (tenuto a 2 assist e 5 perse), ed è molto presente a rimbalzo (alla fine 13 per Leunen) e reattiva sulle “fifty fiffty ball”. I problemi sono in attacco dove la Scandone brillante della ultime due partite è uno sfocato ricordo: ritornano le palle perse (19, 7 solo di Nunnally) e l’incapacità di entrare in area (solo 11 canestri da 2 di cui 6 solo di Buva), ma all’intervallo Sacripanti e i suoi ci arrivano in vantaggio, seppur di un solo possesso (30-32).
Al rientro dagli spogliatoi, il copione non cambia: la partita resta in equilibrio, con le due squadre che si sorpassano di continuo, senza riuscire a strappare in maniera decisiva. Cremona ha tanto dalle seconde linee (tra cui l’ex Biligha), mentre Avellino ha un Leunen che oltre a tutto il resto, ci mette anche qualche tiro in più. All’ultima sirena il vantaggio dei lupi cresce ancora (43-47) e, appena iniziato l’ultimo quarto, l’unico canestro di Ragland (ancora in grosso ritardo di condizione) porta i suoi sul +7. Sembra lo strappo decisivo ma Avellino non ha fatto i conti con Cusin: il pivot della nazionale prima ricuce lo strappo con un 4-0 tutto suo, poi inizia a difendere su tutti nella sua metà campo. La Sidigas perde fiducia, ritmo e palloni e dal 43-50 del 31imo si arriva al 62-55 del 38imo che, di fatto, chiude la partita.