Politica – “Idee, passione e nuove energie per risvegliare la coscienza civica degli avellinesi”. E’ questo l’obiettivo del leader nazionale del Selp, il sindacalista Giovanni Centrella, che non ha mai distolto il proprio sguardo dalle vicende irpine, non ultimo l’impegno ambientalista a favore della Valle del Sabato.
Segretario, una discesa in campo?
“Guardi, oltre alle sollecitazioni quotidiane che ricevo da tanti amici della città e della provincia di Avellino, sento il dovere di dare un contributo per riavviare un percorso di crescita economica, culturale e sociale che da qualche tempo si è interrotto generando un interregno pericoloso in quanto governato da caporaletti di quartiere privi di respiro. L’Irpinia e il capoluogo meritano un riscatto, sono precipitate nel punto più basso della propria storia. Ci sono intere generazioni che hanno smarrito la speranza, perchè non esiste un riferimento. L’ubriacatura mediatica costruita da quelli che indicavano i mali del sistema, nel momento in cui sono stati chiamati a confrontarsi con i problemi, hanno dimostrato di essere incapaci e dannosi e, dunque, peggiori di quelli che hanno voluto sostituire. Insomma, ci faremo carico di stimolare una partecipazione intorno ad un progetto di buon governo per la città e per la provincia di Avellino, aggregando esperienze di qualità e professionisti”.
Come vi muoverete in città?
“Ad Avellino abbiamo avviato la costruzione di think tank formato da giovani volenterosi che già da alcuni mesi stanno elaborando delle strategie per riavviare la macchina amministrativa cittadina. Siamo impegnati, nel silenzio mediatico, a costruire un progetto serio e coerente con la domanda di rinnovamento, non anagrafico, ma di metodi e idee. Nelle prossime settimane informeremo la città del lavoro che stiamo portando avanti dando prova di concretezza e generosità”.
In autunno si rinnoverà anche il consiglio provinciale, oltre al referendum costituzionale. Che posizione assumerete?
“Siamo convinti che la falsa abolizione delle province sia stata più un’esigenza mediatica per placare l’appetito dell’opinione pubblica in un momento in cui spirava forte il vento dell’antipolitica, piuttosto che identificarla come una scelta di buon senso vantaggiosa per i territori. Come la falsa abolizione del Senato, rischia di generare confusione ed ingessare anche le azioni di governo dei comuni e delle regioni, chiamando i propri membri a comporre la futura camera alta. Per queste ragioni, crediamo che la vittoria del No al referendum possa essere il segnale più giusto per riaprire il dialogo tra tutte le forze in campo, costruendo una vera riforma costituzionale che riduca per davvero il numero dei parlamentari senza rinunciare ai giusti contrappesi, a partire da una legge elettorale che restituisca il potere di scelta ai cittadini. Si avverte il bisogno di avere una rappresentanza espressione dei territori, non come appartenenza ad un luogo, ma qualità e conoscenza dei problemi. E’ evidente che la gestione della Provincia in questa fase transitoria merita la partecipazione di tutti, così come sta facendo il presidente Gambacorta, al quale però chiediamo di coinvolgere anche i corpi intermedi”.
Tante le vertenze aperte sul territorio, il lavoro manca in Irpinia. Quale strada imboccare per il futuro?
“In Irpinia non manca il lavoro, manca la qualità del lavoro. E’ evidente che la crisi economica che ha investito l’intero Paese e l’Europa ha avuto echi profondi nel mezzogiorno. La nostra fase di crescita legata alle produzioni dei grandi gruppi industriali si è fermata anche per l’incapacità di intravedere i mutamenti dei popoli emergenti, i quali con la loro fame di competizione ci hanno battuti anche per la presenza di uno Stato assai pesante e ingessato dalla burocrazia. Resto convinto che l’Irpinia abbia tutte le potenzialità e caratteristiche per assurgere a riferimento di un’economia moderna che ricollochi il settore primario al centro della propria visione strategica”.