Cosa e’ l’antipolitica? Cosa vuol dire demonizzare chiunque abbia il titolo di Onorevole o Senatore? Cosa vuol dire l’odio sociale condito da un fondo di ignoranza, rabbia e rancore? Cosa sta a significare diritto di manifestare? Cosa vuol dire essere moralmente obbligati a scendere in Piazza per difendere il popolo italiano da una classe politica corrotta? Cosa vuol dire difendere i diritti dei più deboli, dei repressi ed emarginati?
Cosa sta a significare lottare per l’equità sociale? Cosa sta a significare libertà di espressione? Specificamente, cosa significa essere ‘’liberi’’? Liberi forse di asserire un’ opinione? Questo senza ombra di dubbio, dato anche l’immenso ed importante dibattito che si e’ fatto in merito alla Carta Costituzionale proprio in queste settimane. Quella stessa Carta che sancisce la libertà di pensiero. Sembra poco, non lo è.
Non lo e’ perché concepita in un periodo storico nel quale asserire liberamente quello che si pensava, risultava essere piuttosto complicato. Libertà però fa rima con limiti. Non limite al pensiero, bensì all’azione. Benché preceduta dal pensiero, l’azione concreta risulta essere l’atto con la quale si pone in essere il pensiero stesso.
Sarebbe interessante e altresì piuttosto curioso, conoscere le motivazioni che hanno spinto un gruppo di attivisti del Movimento «9 Dicembre Forconi», quello guidato da alcuni agricoltori, ad aggredire in mattinata l’ex deputato di Forza Italia Osvaldo Napoli a due passi da Montecitorio. Un gruppo di persone si è avvicinato al politico e ha comunicato l’arresto in nome del popolo italiano.
Il movimento si era dato appuntamento in piazza Montecitorio per protestare contro il governo e con l’intento di «arrestare» un politico. Un gesto simbolicamente forte, che lede i principi fondamentali del libero manifestare ed agire. Ledere la libertà altrui, seppur simbolicamente, e’ il vero atto di inciviltà. Inciviltà che e’ alimentata da un uso spropositato e spesso inesatto di grandi mezzi di comunicazione come i social network. Perché e’ difficile porre limiti ai social, direi quasi impossibile.
Non perché si debba porre limite al pensiero, lungi da me voler sponsorizzare tale messaggio. Non possiamo elidere che ormai Facebook e Twitter rappresentano quello step ulteriore che si antepone all’azione. Esattamente dopo il pensiero e un passo prima dell’azione concreta. I social network potrebbero avere un ruolo sociale estremamente importante.
I social come funzione di rete tra idee, riflessioni, critiche ma anche spunti propositivi. Eppure il caso odierno potrebbe dirci che, per alcuni, i social network rappresentano l’infatuazione del disagio sociale che l’attuale periodo storico ed economico, inevitabilmente, sta producendo. Infatuazione che, additando la politica come unica responsabile del disagio sociale, spesso supera i limiti della convivenza e della civiltà.