Per costruire il biodigestore occorrono due anni, ma per mettersi d’accordo ne servono ventidue! La Regione del decisionista De Luca e’ pronta a indire la gara per affidare l’appalto per la costruzione dell’impianto che permetterebbe di risolvere lo smaltimento della frazione umida di Avellino e di buona parte dell’Irpinia. L’opera costerebbe venti miliardi ed iniziando i lavori il prossimo anno consentirebbe dal 2022 di trattare 24mila tonnellate di frazione umida producendo nel contempo gas e permettendo di abbassare le tariffe di smaltimento dei rifiuti per la popolazione. Intanto in Comitati civici del No sono nuovamente allertati: essi difendono a spada tratta tutte le zone produttrici di vino Doc, che mal si conciliano, a loro dire, con un impianto altamente invasivo ed inquinante. L’associazione Mo Basta ed il Comitato per il Greco di Tufo annunciano una mobilitazione generale ben superiore a quella che porto’ 120 trattori nelle strade per protesta. E come ammonisce Ranieri Popoli, referente del Comitato contro il Biodigestore, sono gia’ in itinere esposti al Tar e al Consiglio di Stato. Si fa poi appello ad un intervento dell’Ato, ente d’Ambito per il servizio dei rifiuti, che finora non e’ stato in grado di individuare una sede alternativa per l’allocazione dell’impianto. E la rabbia dei Comitati e’ data proprio dall’immobilismo: i suoi rappresentanti non sono contrari al biodigestore per principio, ma sono indignati dalla mancata ricerca di una sede piu’ appropriata di Chianche, che e’ rimasta l’unica sede possibile. Vero e’ che nessuna area accoglierebbe spontaneamente un impianto di trattamento di rifiuti, ma realizzare lo stesso in zone produttrici di vino pregiato non sembra la soluzione piu’ idonea. Franco Mazza, presidente dell’Associazione Valle del Sabato, si mostra preoccupato della decisione della Regione Campania che bypasserebbe il Via (Valutazione di Impatto Ambientale) ritenendo sufficienti le argomentazioni portate dal Comune di Chianche che con il Sindaco Grillo e’ portatore dell’interesse alla fattibilita’ dell’impianto. Resta comunque da fare un altro passaggio che e‘ quello dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, che richiede almeno sei mesi di tempo e in occasione della quale i Sindaci dei Comuni viciniori e gli ambientalisti grideranno tutte le loro argomentazioni.