La Scandone vince anche a Sassari, e si conferma la squadra più in forma del campionato da ormai da due mesi . Tra campionato e Coppa Italia questa è la decima vittoria in undici incontri: un ruolino davvero incredibile e che non accenna a conoscere fine, anche dopo la partita di questa sera, vinta in maniera diversa rispetto alle ultime affermazioni. Sacripanti si fa beffe dei problemi avuti in settimana da Green e Veikalas e della stanchezza dei suoi post Final Eight e accetta di giocare ai ritmi indiavolati e, molto spesso, senza senso di Sassari, corroborato però dalla maggiore solidità mentale dei suoi. La lettura della partita premia, ancora una volta, le scelte del coach brianzolo e dei suoi ragazzi che, per tre quarti rispondono colpo su colpo ai ragazzi di Calvani, prima di affondarli negli ultimi 10 minuti grazie ad una maggiore presenza e solidità. Ora i lupi sono soli al quarto posto e hanno 4 punti di vantaggio sui campioni d’Italia in carica, squadra sicuramente disfunzionale ma dotata di grande talento ed atletismo che, se ben convogliati, possono spaventare anche la favorita Olimpia Milano.
I problemi fisici di convincono Sacripanti a dare le chiavi della squadra a Ragland. Si parte ed il ritmo è subito indiavolato: dopo tre minuti il tabellone dice 12-13, con Cervi ed Acker a rispondere a Josh Akognon, all’esordio in maglia Dinamo. La Scandone sembra gradire i ritmi cari ai biancoblu che, soprattutto in casa, giocano in maniera spregiudicata e arrembante. I biancoverdi sfruttano le amnesie difensive dei padroni di casa (soprattutto in fase di transizione difensiva) con un primo quarto da record di 34 punti frutto di un 12\16 dal campo (e 6/8 da tre) tutti assistiti! Quello che Sassari ti regala in difesa tende a fartelo pagare in attacco e il 28-34 di fine primo quarto rispecchia appieno l’andamento dei primi 10 minuti, frutto di attacchi all’arma bianca e difese colabrodo.
Nel secondo quarto si abbassano le percentuali, ma non il ritmo. Avellino perde qualche palla di troppo (11 a fine primo tempo) dietro ritmi non proprio congeniali, ma prova ad imbrigliare i padroni di casa con la zona, riuscendo sempre a condurre nel punteggio e nel gioco. Cervi si fa sentire su entrambi i lati del campo, mentre Akognon resta un rebus insoluto sia per Green che per Ragland (che si fa anche fischiare 3 penalità) e con i suoi 21 punti permette ai suoi di chiudere il primo tempo sotto solo di un possesso (50-53).
Kadji con 6 punti in fila porta in porta i suoi in parità ad inizio terzo quarto, ma Cervi continua a correre il campo in maniera spettacolare, approfittando delle amnesie di Alexander e Varnado e tiene avanti Avellino, anche grazie al contributo di Acker. Sassari però è pienamente in partita e la gara diventa emozionante spettacolare, con continui controsorpassi. L’ultimo strappo del terzo quarto è dei padroni di casa che chiudono l’ultimo quarto sull’80-77. Avellino è esattamente dove vuole essere e, nonostante le palle perse (messe in preventivo quando si gioca con questa “leggerezza”) non si scompone neanche quando si trova sotto di 5 (88-83) con meno di 5 minuti da giocare. Infatti, prima Nunnally pareggia, poi Acker e Cervi regalano il +4 ai lupi (sfruttando degli errori puerili dei sardi) con 1.40 sul cronometro. Sassari però non molla: prima Alexander e poi Akognon pareggiano, ma l’ultima palla parola è di Ragland che, dopo un primo tempo terribile, si veste da protagonista nel secondo sparando in faccia ad un svagato Alexander la tripla del 92-95 con 11 secondi sul cronometro. Basta questo per continuare a sognare.