In un Italia troppo spesso maltrattata oltre i confini, forse anche con giuste ragioni, esiste un settore chiave che resta il nostro fiore all’occhiello. Quando si tratta di ricerca, i ricercatori italiani sono tra i migliori al mondo. Vere e proprie eccellenze, dalla medicina al tech, dalla biochimica alla genetica. Grazie anche ai quali, oggi viviamo in un mondo più sicuro ed in salute.
Ed è proprio da una ricercatrice oncologa Italiana che potrebbe arrivare una soluzione per cercare di arginare in maniera importante la mortalità causata dal cancro. Come? Grazie alla diagnosi precoce attraverso l’utilizzo di un test. La prevenzione è sempre stato il passo migliore per affrontare la patologia oncologica, è chiaro che individuare una diagnosi di tumore anticipatamente aumenta le guarigioni.
In cosa consiste il test ISET
Attraverso un test sul sangue sarà possibile capire se il proprio sangue è pulito oppure se ci sono le tracce di un futuro tumore. La ricercatrice italiana Patrizia Paterlini-Bréchot è riuscita a mettere a punto un test per la diagnosi precoce del tumore. Si chiama ISET (Isolamento per dimensioni delle cellule tumorali) e consiste in un normale prelievo del sangue.
I medici saranno in grado di verificare se in esso esistono tracce per così dire “dubbie” di cellule che non sono ancora un tumore vero e proprio ma che prima o poi sono destinate a trasformarsi in una massa tumorale.
Questa ricerca rappresenta per il campo oncologico una vere e propria svolta, mettendo in secondo piano le radiografie o le risonanze magnetiche, capaci di individuar la massa in uno stato già formato e visibile.
Iset, è stato ideato dalla dottoressa Paterlini-Bréchot, italiana d’origine docente di Biologia cellulare e molecolare all’Università Paris-Descartes nonché autrice del libro “Uccidere il cancro”, potrebbe far guadagnare ai pazienti tempo prezioso. La diagnosi può arrivare 4-5 anni prima e dà la certezza di poter intervenire. Nei casi di tumore al pancreas, alle ovaie, ai polmoni o al cervello la diagnosi precoce può davvero fare la differenza tra guarigione e morte. Ciò che riesce a vedere il test sono le cellule tumorali figlie, che sin sono staccate dalla cellula madre malata formatasi nel corpo. Si riscontra una sola cellula figlia per ogni millimetro di sangue: quando queste raggiungono i capillari di un altro organo, attecchiscono e diventano rapidamente una massa tumorale. La cellula tumorale sarà poi tenuta sotto osservazione la fino ad estirparla poi appena si sviluppa la massa maligna, intervenendo con la chirurgia.