Beppe Grillo, Riforme istituzionali, colpo di Stato bianco

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Sulla questione delle riforme istituzionali siamo al limite del colpo di Stato bianco, quello che non si fa con carri armati e rastrellamenti, ma con colpi di mano di maggioranza. C’è una sola via d’uscita: sciogliere il Parlamento ed andare subito a nuove elezioni. E di motivi non ne mancherebbero davvero:

a) Questo è un Parlamento scaturito da una legge elettorale dichiarata incostituzionale, per cui, se per il principio della conservazione degli atti, resta in carica, appare per lo meno forzato che sia questo stesso parlamento a dover rifare la legge elettorale e, addirittura, la riforma della Costituzione.
b) Questo è un Parlamento di cui si è evitato lo scioglimento con il (discutibile) pretesto delle riforme istituzionali da fare a tutti i costi prima di un nuovo voto; riforme il cui esito era affidato ad un (discutibilissimo) accordo fra la maggioranza di governo ed una sola delle opposizioni; ora quel patto non c’è più e la riforma della Costituzione dovrebbe essere fatta da un solo partito con una coalizione raccogliticcia di partiti-zombie.
c) Questo è un Parlamento in cui quasi tutti i partiti hanno subito scissioni, abbandoni ed espulsioni, per cui oltre 170 parlamentari hanno cambiato partito ed alcuni più volte, per cui non si capisce più quale sia la sua rappresentatività.
d) Questo è un Parlamento che non si sa se è ancora in grado di esprimere una reale maggioranza di governo ed è per lo meno discutibile che, nonostante i ripetuti rovesci, rotture di patti ecc, il Presidente del Consiglio non abbia sentito il bisogno di verificare con un voto in entrambi i rami del Parlamento, se ha ancora una maggioranza.
e) Questo è un Parlamento inadempiente dei suoi obblighi costituzionali, perché da mesi non riesce ad eleggere un giudice costituzionale di sua spettanza e, nel frattempo, occorre sostituirne un altro.
f) Questo è un Parlamento i cui due Presidenti si stanno comportando con unascorrettezza unica in materia di applicazione dei regolamenti e con una partigianeria neppure dissimulata.
g) questo è un Parlamento in cui inizia ad esservi una percentuale di penalmenteinquisiti decisamente superiore alla media delle altre legislature.

Tutto ciò premesso, cosa altro dovrebbe esserci per deciderne lo scioglimento? Dunque, la soluzione costituzionalmente corretta sarebbe il suo scioglimento e nuove elezioni entro la primavera. Sappiamo, però, che un Presidente appena eletto è un Presidente debole politicamente, anche se è nella pienezza dei suoi poteri e sciogliere un Parlamento contro la volontà della maggioranza e con il parere contrario dei Presidenti di Camera e Senato non è decisione che si possa prendere alla leggera, neppure in presenza di una lista di motivi come quelli indicati. C’è il rischio di un conflitto di poteri davanti alla Corte Costituzionale, per iniziativa congiunta di governo e Presidenze delle due Camere, che segnerebbe una crisi costituzionale senza precedenti e che, intanto paralizzerebbe tutto.
Pertanto vanno create le precondizioni per uno scioglimento attraverso una richiesta congiunta di tutte le opposizioni eventualmente supportata dalledimissioni dei parlamentari di minoranza (e vediamo se anche quelli della sinistra Pd ci stanno, almeno in parte). Se anche in uno solo dei dure rami del Parlamento (ad esempio al Senato) si raggiungesse la metà più uno dei dimissionari (tenendo conto solo di quelli elettivi e non dei senatori a vita), sarebbe pressoché automatico lo scioglimento di quella Camera ed, a ricaduta, dell’altra.
Credo che si possa tentare anche un’altra strada: quella di un giudizio davanti alla Corte Costituzionale. L’opposizione parlamentare non è riconosciuta dalla Costituzione come potere dello Stato o come organo costituzionale, tuttavia non c’è dubbio che svolga una funzione costituzionale implicitamente garantita dalla stessa Costituzione. Di fronte alle palesi violazioni dei regolamenti da parte dei Presidenti (leggendarie quelle di Grasso, come quella di spezzare emendamenti in due parti che non avevano senso compiuto, pur di evitare un voto segreto), di fronte alla disrappresentatività di un Parlamento che si arroga funzioni costituenti, di fronte ad una situazione che vede tutta l’opposizione dichiarare l’Aventino, credo che sia legittimo investire del caso la Corte Costituzionale, come se ci fosse conflitto fra poteri dello Stato. E su questo credo sia il caso di iniziare una campagna di sensibilizzazione dei costituzionalisti e dell’opinione pubblica, raccogliendo firme sotto una petizione che chieda l’immediato scioglimento del Parlamento. Di fronte a milioni di firme, credo che il Presidente non possa che prendere atto della situazione e procedere di conseguenza. beppegrillo.it

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