In vista di una campagna di efficientamento effidei consumi energetici e di sicurezza degli impianti di riscaldamento e climatizzazione, la citta ‘ di Avellino potrebbe costituire un’area sperimentale, che gioca d’anticipo nella realta’ della regione Campania. Questa e’ la proposta avanzata dalla Confederazione Irpina degli Artigiani a cui il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola ha risposto favorevolmente. I rappresentanti del CNA irpino Ciriaco Coscia e Francesco Venezia hanno presentato una serie di iniziative per l’innovazione tecnologiche delle caldaie domestiche. Per due motivi.
Per rendere piu’ sicuri ed efficienti gli impanti e per favorire l’attivita’ dei controlli da fra svolgere a tutte quelle microimprese che invece con l’inoperosita’ rischiano di scomparire. A favore delle aziende andranno stanziati fondi agevolati tramite mcirocredito. Le stesse ditte dovendo comunque sopportare costi per gli aggiornamenti periodici, resi obbligatori, potranno in tal modo mettere in pratica il frutto dei loro investimenti.
I controlli sugli impianti negli anni scorsi erano piu’ puntuali, poi si sono diradati anche a causa della contingente situazione economica ma vanno ripristinati per evitare il ripetersi di incidenti domestici che la cronaca purtroppo registra in aumento.
Il vicegovernatore Bonavitacola quindi vede con favore tali iniziative nell’ottica di una strategia regionale complessiva sui temi dell’ambiente, dell’energia e della sicurezza. Ad esempio e’ importante porsi il problema dell’efficientamento energetico e della riduzione dei consumi degli impianti di grossi edifici pubblici adibiti a scuole, uffici ed ospedali. Egli ha affermato. “Per partire col piede giusto sara’necessario organizzare la costituzione del catasto degli impianti a livello regionale; non e’ cosa facile per un territorio che comprende circa sei milioni di abitanti, ma comunque va organizzata ed intrapresa. Cio’ andra’ fatto con il coinvolgimento di tutte le parti, comprese le rappresentanze dei condomini”.
Passando ad esaminare lo status della citta’ di Avellino e dl suo patrimonio edilizio, esso avrebbe bisogno per buona parte di ristrutturazione e in alcuni casi di trasformazione. Negli anni addietro si e’ costruito spesso in assenza di un piano
regolatore, con l’unico obiettivo di dare una residenza ad un maggior numero di famiglie. Cosi’ ha operato l’Istituto Autonomo case Popolari negli anni 1950-60: ad esempio rione san Tommaso, quartiere sorto in quegli anni puo’ essere considerato un quartiere dormitorio, senza identita’e scarsamente dotato di servizi. Negli anni ‘70 vi e’ stato un costruire indiscriminato delle zone del centro, tra via Piave, via Tagliamento e via de Gasperi che ha creato problemi di sovaffollamnento. Inoltre l’edilizia scolastica di via Tuoro Cappuccini e’ stata negli stessi anni settanta addossata all’edilizia residenziale; si creano attualmente sempre piu’ ingorghi e andrebbe rivista. Ovviamente le zone di piu’ recente costruzione, come la contrada Baccanico e gli edifici post-sisma necessitano meno di adeguamenti edili.
Dario Alvino