Si stanno susseguendo in Irpinia importanti appuntamenti per la valorizzazione dei bacini del Fiume Sabato, che interessa la zona che si spinge verso il Salernitano, e del fiume Ofanto che va in direzione di Puglia e Basilicata.
Il Contratto di Fiume, secondo la definizione del 2° World Water Forum, permette “di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilita’ pubblica, rendimento economico, valore sociale e sostenibilita’ ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale”.
Le riunioni svolte a Lioni il 26 agosto e a Conza l’11 settembre per il Fiume Ofanto e a Pratola Serra, Altavilla e Montefredane per il fiume Sabato sono propedeutiche per il documento da redigere e presentare al tavolo nazionale che si terra’a Milano il 15-16 ottobre p.v. I tempi stringono per quest’appuntamento che dara’ la possibilita’ di accedere ai Fondi Europei del 2014-2020 che assieme ad investimenti privati contribuiranno ad affrontare e risolvere i gravi problemi ambientali che affliggono i nostri bacini idrografici.Ricordiamo che vi sono problemi di inquinamento delle falde che nella zona di Solofra e Montoro hanno provocato la forzata interruzione dell’erogazione (per la presenza di tracce di tetracloroetilene), per cui si dovra’ intervenire con la costruzione di una barriera idraulica per evitare che l’inquinamento penetri nelle zone piu’profonde della falda. Altra problematica e’ costituita dalla penuria d’acqua aggravata anche dalla siccita’ dell’appena trascorsa stagione estiva. Mancano 500 litri al secondo per garantire un livello minimo di utilizzo alle Province di Avellino e Benevento. Il Piano d’Ambito andrebbe ridefinito, a quanto sostiene Giovanni Colucci, commissario dell’Ato 1, ma essendo questo bloccato dall’anno 2012, succede che le zone pugliesi e napoletane, rifornite dagli acquedotti di Cassano e di Serino, abbiano acqua a sufficienza e l’Irpinia rimanga a secco. Andrebbe risolto anche il problema di inquinamento del lago di Conza, a causa del mancato utilizzo del potablizzatore costruito dall’acquedotto pugliese per un costo di sessanta milioni di euro, inaugurato tre anni orsono e non ancora andato in funzione. Riteniamo che il Contratto di Fiume possa essere un utile strumento di sviluppo sostenibile a livello ambientale, paesaggistico, culturale e turistico oltre che agricolo. Certo ci sara’ bisogno della cooperazione interregionale, del resto l’Ofanto nasce a Torella dei Lombardi e prosegue fino a Barletta, occupando una fascia che va dal Tirreno all’Adriatico. Ne potranno trarre beneficio agricoltori, allevatori che costituiscono il settore primario, ma anche il settore secondario di varia natura. Un accordo tra le Province di Avellino, Potenza, Foggia e Barletta-Andria-Trani non potra’ che arrecare beneficio a tali aree. Lo sviluppo di un territorio si riflette inevitabilmente sull’indotto e a favore delle comunita’ che vi sono insediate.