L’UE vara ‘Piano Sure’ per il lavoro mentre Confindustria propone una misura contro la recessione

L’UE vara il Piano Sure per il lavoro mentre Bonomi (Confindustria), che teme recessione irreversibile, propone un Grande Patto per l’Italia.

L'Unione Europea

L’Unione Europea ha varato Sure, una delle quattro misure adottate per contrastare le conseguenze socio-economiche dovute al Coronavirus. In particolare serviranno a finanziare il lavoro, sotto forma di cassa integrazione per dipendenti, di  indennita’per i lavoratori autonomi, di sussidi che vanno dai voucher baby sitter al congedo parentale, al fondo perduto per gli autonomi e imprese individuali. All’Italia e’ stata destinata la cifra piu’ alta (27,4 miliardi di euro) dei complessivi 81,4 miliardi da spartire a favore di quindici Paesi europei.

Una volta approvata dal Consiglio consentira’ alle Nazioni destinatarie di usufruirne sotto forma di prestiti a tassazione agevolata. Dei quindici Paesi ne beneficeranno Spagna (con 21,3 miliardi) e Belgio (7,8 miliardi). Positivo il giudizio del ministro delle Finanze Roberto Gualtieri, il quale faceva notare che grazie a questo sussidio il risparmio per l’Italia nell’arco del lungo periodo (15 anni) sara’ di cinque miliardi e mezzo.

Bonomi teme recessione e propone Patto

Di diverso parere il presidente di Confindustria Carlo Bonomi che, in merito alla situazione generale, lamenta la mancanza di una visione globale da parte del Governo, che e’ passato dal Piano Colao agli Stati Generali affrontando con superficialita’ molti problemi. Bonomi ha alluso alla denuncia di Tridico (presidente Inps) sulle 234mila aziende che avrebbero usufruito indebitamente della CIG senza averne diritto; ma ha omesso di fornire un elenco delle stesse, verso le quali egli avrebbe potuto estrometterle da Confindustria. L’Italia- ha continuato-sta attraversando uno dei momenti piu’ difficili  dal dopoguerra ed ha ora la grande occasione del Recovery Fund. Egli teme che il Governo giunga impreparato a meta’ settembre quando dovra’ presentare un programma dettagliato riguardo alle spese previste dal Piano stesso.

A questo proposito Bonomi propone un Grande Patto per l’Italia che si fonda su tre punti principali. Primo punto: un piano di riforme strutturali per sfruttare al meglio i fondi UE. Secondo punto: un piano di politica industriale di mercato, rinunciando ad un disegno statalista, che serve a distribuire solo potere e poltrone. Terzo punto: operazione fiducia sulle imprese. Lanciando l’allarme per l’autunno  sul fronte occupazionale, per il quale teme la perdita di un milione di posti di lavoro, Bonomi invoca con il suo Patto una concertazione tra Governo Parti Sociali, paventando l’idea che i sindacati possano promuovere scioperi ed agitazioni che di certo non fanno il bene del Paese in un momento critico come l’attuale.