Il Tar sospende ordinanza Anti-covid in Sardegna. No a test obbligatori a chi arriva sull’isola

Arrivato il giudizio dei Tar competenti si sono pronunciati sulle ordinanze di Sardegna e Piemonte

Tamponi utilizzati per verificare la presenza di covid-19

Continuano le impugnative del Governo presso i Tar competenti contro le ordinanze anti-covid emanate dalla Regioni. In questi giorni i Tar Sardegna ed il Tar Piemonte si sono pronunciati sui ricorsi proposti dall’esecutivo, che ha prevalso nell’isola ma perso nella regione alpina.

Nella regione isolana, vince l’esecutivo con la sua impugnativa. Al centro della contesa, vi era l’obbligatorietà di possedere un certificato di negatività oppure di effettuare un test antigenico, sierologico oppure un tampone entro 48 ore dall’arrivo, qualunque fosse la provenienza. Proprio questa prescrizione ha portato il Governo a contestare il provvedimento, in opposizione all’articolo 16 della Costituzione, ossia la libera circolazione tra le Regioni. Già a maggio il governatore sardo Solinas aveva proposto il “passaporto sanitario”, innescando tensioni con Palazzo Chigi, idea poi abbandonata a favore della semplice registrazione di presenza all’arrivo dal mese di luglio. Quest’ultima decisione è invece maturata dopo il costante incremento di positivi da agosto nell’isola, che presentava però zero casi a luglio.

Il presidente del Tar Sardegna Dante D’Alessio ha motivato la decisione adottata, adducendo che l’aggravamento del rischio sanitario fosse dovuto al forte afflusso turistico del mese di agosto, senza possibilità di ripetersi nei mesi successivi. Tuttavia – precisa D’Alessio – non è presente una insostenibile pressione sul sistema sanitario regionale al momento, tale da imporre limitazioni alla libera circolazione delle persone. Nella seconda parte della motivazione, il giudice reputa tale scelta, dettata da “un atteggiamento arrogante e propagandistico che mira a soverchiare l’autonomia speciale e contrastare sul piano ideologico e non sostanziale l’azione di governo di una Regione evidentemente non allineata, posto che misure decisamente più discriminatorie nei confronti dei sardi sono state adottate da Lazio, Campania e Puglia senza che il Governo dicesse niente o facesse ricorso.” .

Ordinanza anti-covid, il Tar da ragione al Piemonte

Per quanto riguarda la regione settentrionale, è arrivata, invece una clamorosa sconfitta per l’esecutivo di Conte. Il provvedimento piemontese prevede l’obbligo di misurare la febbre agli alunni, prima di entrare a scuola. Negli istituti impossibilitati a adempiere a tale compito per motivazioni oggettive (carenza di personale come altre), è prevista la presentazione di autocertificazione attestante l’avvenuta misurazione a casa o lo svolgimento di tale verifica con sistemi alternativi. Palazzo Chigi aveva basato la propria impugnativa sia sulla preponderanza della competenza statale a quella regionale sul tema che sul possibile aumento di contagi nel percorso scuola-casa, dovuto all’obbligo di misurazione davanti agli istituti, con potenziale esonero delle famiglie dall’importante compito.

Il presidente del Tar Vincenzo Salamone spiega la propria decisione, menzionando come il provvedimento regionale non solo integri la disciplina statale, ma la migliori, in virtù di un logico aumento di casi con la riapertura delle scuole. Al contrario – esplicita Salamone – la sospensione del decreto comporterebbe una riduzione nella tutela al contagio, rimanendo in vigore solo l’invito ministeriale alle famiglie sulla misurazione, senza alcuna verifica concreta sui portatori di rischio da parte degli istituti scolastici. Allo stato attuale, la decisione del Piemonte rimane in vigore, come stabilito, in attesa della discussione nel merito davanti al collegio dei giudici, fissata per martedì 14 ottobre.