Tutto inizia tre mesi fa quando Aran Khanna, brillante studente di Harvard, si apprestava a realizzare il proprio sogno: scelto per uno stage presso Facebook. Occasione per ogni amante del settore, irrinunciabile, esperienza che soprattutto in quella parte del mondo riesce a trasformarsi da sogno a realtà se hai le capacità. A quanto pare Aran Khanna di capacità ne avrebbe avute fin troppo, infatti lo stage non lo ha neppure iniziato, motivo? il giovane è riuscito ad indivisure una falla nel sistema privaci del social network facendo arrabbiare i piani alti, tanto da recindere il contratto.
In pratica Aran Khanna ha sviluppato un’applicazione di mappatura utenti attraverso i dati ricevuti da Facebook Messenger, Marauder’s Map, . L’applicazione ha sfruttato però un bug nella privacy del social network che tecnicamente condivide automaticamente le posizioni di tutti gli utenti che scrivono messaggi attraverso la sua chat.
Il portale americano Boston.com che si è occupato della notizia afferma come il giovane Aran aveva pubblicato sul proprio blog l’applicazione scaricata da quasi 100mila utenti. Ovviamente, la risposta del social network non è tardata ad arrivare. Il giorno dopo, Aran è stato contattato da Facebook che gli ha chiesto di disattivare l’app e di non parlare con la stampa.
Tre giorni dopo la pubblicazione, e due ore prima che iniziasse il suo stage, Aran Khanna ha ricevuto il benservito per non aver rispettato le clausule presenti nel contratto, una delle quali riguardava il mancato rispetto standard etici che ci si attende dagli stagisti.
«Questo strumento di mappatura ha usato dati di Facebook e ha violato le nostre condizioni che proteggono la privacy e la sicurezza delle persone – ha detto Matt Steinfeld, portavoce di Facebook – Nonostante sia stato chiesto più volte di rimuovere il codice, il creatore di questo strumento non lo ha fatto. Questo è sbagliato ed è in contrasto con il modo di pensare della nostra comunità».
Circa una settimana dopo, Facebook ha rilasciato un aggiornamento di Messenger sottolineando, in un comunicato stampa, che l’utente aveva il pieno controllo su come e quando condividere le informazioni sulla località. La descrizione, tuttavia, come riporta il Boston.com, non faceva menzione delle impostazioni predefinite precedenti e non specificava che se non avessero scaricato l’aggiornamento, gli utenti avrebbero continuato a condividere la loro posizioni di default, a meno che non avessero modificato le proprie impostazioni sulla privacy.
Khanna, ha cercato di difendersi, il suo scopo a suo dire era quello di mettere al corrente gli utenti che involontariamente si possono condividere dati dei quali non si è dato consenso.«Volevo rendermi utile, avevo progettato l’applicazione per il bene pubblico» si è giustificato il ragazzo che, non rimarrà a spasso, divenuto “famoso” ha subito accettato un altro stage di una neonata start-up della Silicon Valley, d’altra parte lo stesso Zuckerberg ha sempre spronato gli utenti ad essere Audaci, evidentemente non vale per Facebook!