La medicina è la culla dell’innovazione, alcune volte agli occhi dei comuni mortali possono sembrare decisamente stravaganti, ma quel che conta e che sono sempre più concrete ed efficaci. Nel corso degli anni, il settore medico ha avuto una crescita costante e continua, tanto da averci consegnato cure e terapie per malattie gravissime, che solo fino a 10 anni fa sembravano pura fantascienza.
Per comprendere l’evoluzione medica basta prendere come esempio il cancro, ad oggi grazie all’innovazione bio-medica, a terapie innovative e cure mirate è possibile guarire dai tumori più diffusi come quello alla prostata o al seno, mentre per i tumori più gravi è comunque possibile avere una aspettativa di vita maggiore rispetto agli anni scorsi. Dunque, la medicina, grazie anche alle sue stranezze anno dopo anno ci aiuta a vivere meglio. Oggi è il turno della sterilità maschile. Avreste mai immaginato un giorno che lo sperma di coccodrillo potesse in quale modo incidere favorevolmente sulla fertilità dell’uomo? Bhe probabilmente no.
Dunque il segreto della sterilità maschile potrebbe risiedere proprio in alcuni dei rettili più spaventosi del pianeta. Nello specifico i ricercatori hanno scoperto come alcuni coccodrilli marini presenti in Australia posseggano un gruppo di proteine grazie alle quali gli spermatozoi riescono a muoversi e riconoscere gli ovuli con estrema facilità, un sistema molto simile a quello presente nell’uomo.
Niente più sterilità?
Nella coppia il problema della sterilità non sono così semplici, dato che i fattori che la causano possono essere diversi. I risultati della ricerca condotta dall’Università di Newcastle (Uk) e pubblicati sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, fanno ben sperare. «Speriamo – spiega infatti Brett Nixon, coordinatore dello studio – di usare il coccodrillo come modello per comprendere le funzioni dello sperma a livello basico e vedere se possiamo applicare questa scoperta nel trattamento della sterilità nella nostra specie».
I test e la scoperta dell’attivazione delle proteine
Nei test condotti dai ricercatori su un gruppo di coccodrilli marino, è stato raccolto e utilizzato lo sperma dei coccodrillo. Lo sperma è stato poi incubato in condizioni riproducenti quelle dell’apparato riproduttivo femminile. Gli esperimenti hanno permesso di scoprire che negli esemplari femminili è presente un interruttore chimico che contribuisce all’attivazione delle proteine. Secondo gli studiosi la chiave è proprio nell’attivazione della stessa. Gli spermatozoi, prima di essere attivati «appaiono normali, ma non hanno la capacità di nuotare – sottolinea il dott. Nixon – E crediamo che non abbiano neanche la capacità di riconoscere un ovulo e partecipare alla riproduzione».
Secondo i ricercatori, gli studi fino ad oggi eseguiti avevano sempre confermato come il processo di maturazione degli spermatozoi fosse essenzialmente unico per ogni mammifero. La ricerca australiana ha invece completamente ribaltato questa tesi, dimostrando, dati alla mano come lo sperma dei coccodrilli marini presi in esame si comportasse in modo simile a quello della classe mammalia, inclusi dunque gli esseri umani. La scoperta ha quindi un ruolo importante nel cercare di capire come poter contrastare anche la sterilità maschile, i passi successivi dei ricercatori saranno quelli di cercare altre analogie con il coccodrillo, e quindi studiare più approfonditamente come potrebbe essere applicabile in futuro anche sull’essere umano.