Sanità, i nuovi Lea – ministero della Salute investe quasi mezzo miliardo di finanziamento per assicurare i livelli essenziali di assistenza, è pronto il nuovo piano che amplia i servizi e prestazioni che dovranno essere assicurati ai cittadini a totale carico dello stato o con pagamento di ticket. Nel piano del ministero entrano nei Lea la procreazione medicalmente assistita (Pma), l’epidurale, gli screening neonatali, le vaccinazioni per varicella, pneumococco e meningococco e il vaccino contro l’hpv.( Le novità sono contenute nella proposta che Lorenzin presenterà alle Regioni la prossima settimana).
Tra le novità rientrano gli ausili vengono inseriti infatti gli Ict, cioè i computer che permettono ai disabili gravi, come ai malati di sla, di comunicare e che ora spesso le famiglie dovevano pagarsi. Andranno assicurati a chi è in determinate condizioni di salute anche apparecchi acustici digitali, barelle per la doccia, carrozzine con “sistema di verticalizzazione”, scooter a quattro ruote, kit di motorizzazione per carrozzine, sollevatori fissi e per vasca da bagno, sistemi di sostegno per il bagno e carrelli servoscala.E il Ministero della Salute avanza l’inserimento di alcune nuove patologie nella lista di quelle esenti dai ticket. Si tratta delle broncopneumopatie croniche ostruttive moderate, gravi o molto gravi, delle osteomieliti croniche, delle patologie renali croniche, del rene policistico, della sindrome da Talidomide, della endometriosi. E tra gli esenti entrano anche i donatori di organo. Inoltre sono state inserite circa 110 malattie rare. Infine, sia la sindrome di Down e che la celiachia non sono più considerate malattie rare ma croniche.
Un finanziamento che arriva a quelle Regioni che non riescono a garantire i livelli minimi di assistenza da anni, in Regione Campania, i presidi sanitari sono sotto organico, e mal funzionati, alcuni pronto soccorso del capoluogo non riescono a garantire la qualità del soccorso perché sovraffollati.
Alcune settimane fa anche la Corte dei conti per l’anno 2013 denunciava che molte Regioni non erano più in grado di assicurare l’assistenza minima. Sia il sanitario che il welfare sono depauperati di risorse finanziare da anni, molti professionisti vivono il burnout organizzativo,di un sistema da riformare e a collasso.