A scuola per fare sport? Sembra paradossale ma è questa la risposta all’emergenza obesità che sta travolgendo i giovani italiani dove il 20,9% dei bambini è in sovrappeso e il 9,8% è obeso. I dati dell’indagine Okkio alla salute diventano allarmanti se paragonati a quelli degli altri Paesi Europei, dove il dato della media italiana (21%) di bambini e preadolescenti in sovrappeso o obesi è 7 punti percentuali sopra la media internazionale.
Un’emergenza sottolineata anche a Bergamo, dove l’Agenzia per la Tutela della Salute ha presentato in occasione del convegno Sportiamo, dati preoccupanti: «I ragazzi bergamaschi – ha detto Mara Azzi, direttore generale dell’Agenzia per la Tutela della Salute – sono sempre più sovrappeso e a rischio di diabete, malattie cardiovascolari e tumori. Uno studio che ha coinvolto 85 pediatri e 4.263 bambini di 8 e 9 anni ha evidenziato che il 26% dei maschi e il 27 % delle femmine sono in sovrappeso o obesi. E di questi Il 54 % ha almeno un genitore sovrappeso».
Le cause principali di questa tendenza vanno ricercate nella sedentarietà e nelle abitudini alimentari scorrette. Le stime nazionali affermano infatti che solo il 15% dei bambini e l’8% dei ragazzi praticano ogni giorno attività fisica e che il 40% di bambini e ragazzi saltano la colazione, pasto principale per affrontare al meglio la giornata con il giusto apporto di calorie, affiancato da un dato molto basso di adolescenti che consumano frutta e verdura regolarmente almeno una volta al giorno (16%).
In questo contesto, la scuola, luogo in cui i ragazzi passano la maggior parte della loro giornata deve essere in grado di rispondere alle esigenze delle nuove generazioni creando le condizioni più efficaci per costruire una regolare attività motoria, valorizzando anche il ruolo degli allenatori sportivi e riconoscendo i benefici dell’attività fisica supportati dalle conoscenze di base e integrati fra le varie materie. Sono questi i valori del progetto Sportiamo ideato da Imiberg e ben espressi da Maurizio Costanzi, responsabile del settore giovanile dell’Atalanta BC, ricordando le esperienze che vive, giorno dopo giorno, con i ragazzi che allena. «Scuola e sport non sono mondi diversi. A 4 anni è importante iniziare un percorso con la famiglia che aiuti a fondere i mondi scuola e sport per aiutare a crescere i bambini e i ragazzi di oggi che non sono più abituati a giocare liberi, non fanno più quei giochi “da cortile” che aiutano alla presa di coscienza della propria corporeità in modo vario”.