Progetti sociali, recuperare la memoria storica, partendo dagli anziani come risorsa. E’ questo l’esempio di un progetto sociale, attuato da un associazione laziale per integrare e mediare due generazioni a confronto, a raccontarlo è l’Assistente Sociale Aurora Righetti.
“Nel 2009 – spiega la dr.ssa Righetti – con l’Associazione Culturale “Tor Tre Ponti” abbiamo iniziato un progetto di recupero e tutela della memoria storica del nostro territorio attraverso delle interviste agli anziani che hanno generato il documentario “La palude e la memoria”. Momento questo che ha fornito lo spazio necessario per offrire ai bambini, ai giovani, alle famiglie e agli anziani un’occasione per riflettere sul passato: attraverso uno scambio tra generazioni, con il fine del reciproco arricchimento dei saperi e delle emozioni.
L’idea è stata quella di programmare e pianificare sul territorio dei luoghi di incontro dove rendere possibile un confronto attivo tra bambini ed anziani in modo tale da evitare la loro emarginazione, coinvolgendoli in incontri finalizzati al recupero di relazioni e renderli così parte attiva della società, impegnandoli, magari nel rivedere le interviste dei nonni che purtroppo non ci sono più” – conclude Righetti.
Può descriverci la fase di attuazione del progetto?
“Come primo intervento abbiamo iniziato a promuovere sul territorio dei momenti formativi e di confronto tra professionisti del campo del sociale che vedono protagonista l’anziano e le diverse metodologie di integrazione dello stesso nel tessuto sociale. Dovete sapere che la vita dell’anziano è un valore da recuperare come risorsa, anche nella condizione di fragilità che spesso a essa si accompagna e deve ispirare accoglienza e cura. Questi progetti chiaramente, per avverarsi, devono trovare il favore delle istituzioni, quali il Comune, che con il supporto delle Associazioni, degli Assistenti Sociali e del Terzo Settore possano storicamente e socialmente identificare i nostri bambini“.
I nostri nonni, devono essere il motore trainante della nostra società, coloro che tramandano i valori, occhi sul nostro futuro.
“Si rende quindi necessaria un’attenta riflessione dalla quale emerge un pensiero che potrebbe sembrare scontato ma cosi non è, gli anziani siamo noi stessi: sono uomini e donne, padri e madri che sono stati prima di noi sulla nostra stessa strada, nella nostra stessa casa, nella nostra quotidiana battaglia per una vita degna. L’anziano siamo noi: fra poco, fra molto, inevitabilmente comunque, anche se non ci pensiamo. Dove non c’è onore per gli anziani non c’è futuro per i giovani”.
Si conclude con questa ampia riflessione l’intervista all’assistente sociale Aurora Righetti, grazie per averci raccontato la sua preziosa esperienza professionale.