Dalla lunga relazione del Commissario prefettizio Mario Tommasino si evince che i conti del Comune di Avellino non sono affatto in ordine e che si profila una situazione di dissesto o, se va bene, un piano di rientro pluriennale della situazione debitoria.
A questo punto possiamo dire che l’esecutivo a Cinquestelle non ha ereditato una situazione rosea; dalla giunta Foti il passivo era stato stimato in diciannove milioni, mentre dall’accertamento esso risulta quasi raddoppiato, cioe’ di quasi trentasei. In sostanza negli anni scorsi per far fronte alle spese correnti (personale, utenze ed ordinaria amministrazione) sono stati tascurati i fornitori, che restano da onorare. Inoltre la situazione e’ aggravata da un fronte crediti di dubbia esigibilita’, da far salire il passivo virtualmente a 51 milioni.
Anche riguardo alla liquidita’ oggi la situazione langue, per cui c’e’ il rischio che non si riesca a mandare avanti neppure l’ordinario. Il Sindaco Ciampi ha fatto un appello a tutte le forze politiche e a mettere da parte le polemiche per il bene della citta’. Ed egli invita il Consiglio ad approvare il rendiconto commissariale, altrimenti sara’ dissesto e si tornera’ tutti a casa. In caso di voto positivo l’amministrazione avra’ venti giorni di tempo per presentare un piano di rientro. Piano che spalmera’ il debito su molti anni con tassazione ai piu’ alti livelli per i cittadini ed offerta di servizi limitati. Intanto il sottosegretario Carlo Sibilia conferma che gli incartamenti relativi al disavanzo dovranno arrivare all’attenzione della Guardia di Finanza e Procura della Repubblica, facendo intendere di non essere disposto a veder insabbiate dette procedure, ma a far luce sulle azioni di malagestio che dovessero venire allo scoperto. Quindi Avellino si va ad aggiungere alla black list dei Comuni in difficolta’.
Sono 401 i Comuni che tra il dicembre 2015 ed il maggio 2017 hanno chiesto ad avviato la procedura di dissesto o predissesto. La maglia nera spetta alla Regione Calabria ove su 409 Comuni si registrano 41 dissesti e 51 riequilibri per un totale di 95 amministrazioni in difficolta’ finanziarie, cioe’ quasi 1 su 4 (23,7%); cui seguono Sicilia con 86 Comuni coinvolti su 390 e la Campania con 76 su 551 (19%).
Quali le cause di quest’aumento esponenziale del numero degli Enti in difficolta’? Una certa disinvoltura a spendere su capitoli effimeri e non fruttuosi (organizzazioni di mega spettacoli per feste locali), inesperienza ed incompetenza da parte degli amministratori e la negata possibilita’di ricorrere ad altre fonti di finanziamento a causa dell’autonomia.