Papa Francesco al rientro dalla Gmg, nella sua consueta udienza generale del mercoledi, saluta i fedeli raccontando il suo diario di viaggio e incontro con i giovani. Papa Francesco ha parlato dei giovani partecipanti alla Gmg, come di “una nuova generazione di che dona la fraternità” come segno di speranza al mondo. “Io non so come fanno: parlano lingue diverse, ma riescono a capirsi! E perché? Perché hanno questa volontà di andare insieme, di fare ponti di fraternità. Sono venuti anche con le loro ferite, con i loro interrogativi, ma soprattutto con la gioia di incontrarsi; e ancora una volta hanno formato un mosaico di fraternità”. Nella sua preghiera non poteva mancare il ricordo di Susanna, la ragazza romana deceduta per meningite dopo aver partecipato alla Gmg, a Vienna. Il Signore, che certamente l’ha accolta in cielo conforti i suoi familiari ed amici” ha detto papa Francesco, raccogliendo l’applauso dei fedeli. Ulteriore pensiero è poi andato alla giornalista Anna Maria Giacobini morta improvvisamente mentre era in servizio a Cracovia.
In riferimento al viaggio in Polonia commenta: ” Questo viaggio è stato anche una visita apostolica al popolo polacco la cui storia è legata alla croce di Cristo. La saggezza, ha detto il Papa, è equilibrio fra tradizione e innovazione, fra memoria e futuro. E la Polonia oggi “ricorda a tutta l’Europa che non può esserci futuro per il continente senza i suoi valori fondanti” quali la misericordia, di cui sono stati speciali apostoli proprio due polacchi: santa Faustina Kowalska e san Giovanni Paolo II.
In riferimento al silenzio di AUSCHWITZ, Francesco ha ricordato uno dei momenti più toccanti del viaggio in Polonia: il grande silenzio della visita muta nei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau. “Ho sentito la presenza di tutte le anime che sono passate di là” ha rivelato il Papa. “Ho sentito la compassione di Dio che alcune anime sante hanno saputo portare in quell’abisso”. “Ho compreso più che mai il valore della memoria, non solo come ricordo di eventi passati ma come monito e responsabilità per l’oggi e il domani, perché il seme dell’odio e della violenza non attecchisca nei solchi della storia”.Oggi ci sono tanti uomini e donne che soffrono per le guerre. “Tanti fratelli e sorelle nostre”. “Guardando quella crudeltà in quel campo di concentramento – ha detto il Papa – ho pensato subito alle crudeltà di oggi che gli assomigliano”. Non una crudeltà così concentrata come in quel posto ma diffusa “dappertutto” nel mondo. “Questo mondo che è malato di crudeltà, di dolore, di guerra, di odio, di tristezza” ha detto Francesco. “Per questo chiedo la preghiera che il Signore ci dia la pace”.
Al termine dell’udienza il Papa ha espresso un augurio particolare al Brasile che ospita le Olimpiadi 2016: “Che questa sia un’opportunità per superare i momenti difficili e impegnarsi nel lavoro di squadra”. “In un mondo che ha sete di pace e riconciliazione – ha detto – mi auguro che lo spirito dei giochi olimpici aiuti a raggiungerle. Il premio non è una medaglia ma qualcosa di molto più prezioso: la solidarietà fondata su riconoscimento che tutti siamo membri dell’unica famiglia umana”.