Ebola, la Liberia dichiarata libera nessun caso segnalato da 42 giorni. Ma «il lavoro non è ancora finito», ha detto la presidente liberiana Ellen Johnson Sirlea in visita agli ospedali di Monrovia. Lunedì giornata nazionale di ringraziamento
Tra i paesi maggiormente colpiti dal disagio del virus Ebola con oltre 400 casi a settimana, riceve lo status di ‘virus free’ da parte dell’Oms. La certificazione è arrivata oggi, a 42 giorni dall’ultimo caso conosciuto di contagio, la stessa agenzia lascia però intendere che bisogna lavorare ancora molto per eliminare del tutto il virus senza abbassare la guardia.
Il Paese come ricorda L’Oms è stata teatro di alcune delle scene da film dell’orrore, cancelli sbarrati, centri di trattamento pieni, pazienti morti sui pavimenti degli ospedali, corpi lasciati per strada e non raccolti per giorni. Il paese era sconvolto e totalmente impreparato ad affrontare l’emergenza, soli 51 medici a fronte di oltre 4 milioni di abitanti ,all’arrivo del virus gli ospedali erano a corto di personale e persino basiche strutture mediche.
Nei vicini paesi della Sierra Leone e Guinea i contagi continuano, anche se sono in calo. Una volta debellato il virus ovunque, fanno sapere gli esperti , bisognerà mettere mano alle numerose ‘falle’ nel sistema che dovrebbe garantire la sicurezza della salute globale evidenziate dall’epidemia, a partire dal ruolo dell’Oms che va rafforzato.
La Liberia sta tornando alla normalità grazie alla gestione e gli interventi soprattutto dei militari americani. L’epidemia in Liberia si chiude con 10564 casi e 4716 morti. In queste ore la presidente liberiana Ellen Johnson Sirleaf sta festeggiando per le strade della capitale Monrovia, abbracciando e facendo foto con gli operatori sanitari, la categoria che ha pagato il tributo più alto al virus con oltre 500 morti nei tre paesi più colpiti. Anche se l’epidemia sembra avviarsi alla fine, ammonisce anche l’ong Medici Senza Frontiere in un comunicato, non bisogna abbassare la guardia, rafforzando soprattutto la vigilanza ai confini per evitare che il virus possa rientrare nel Paese.