Politica – “Incontrerò il movimento giovanile dell’Unione di Centro di tutta Italia, farò tappa in ogni città dove sarò chiamato, con i giovani e per i giovani, cercherò di sensibilizzare il NO al referendum costituzionale del 4 Dicembre 2016. E’ un tema che riguarda la democrazia, rappresentanza e riequilibrio dei poteri, inoltre come da insegnamento degli scritti di Don Luigi Sturzo, questa riforma piega il regionalismo accentrando un’enorme numero di poteri senza controllo ed incontrastabili del futuro Stato centrale voluto dal Premier Matteo Renzi.
Nel merito, voglio dare qualche esempio, per confermare la nostra idea, che rispecchia quella del Segretario Nazionale Lorenzo Cesa e della Direzione Nazionale del mio partito, sul no al quesito referendario”- cosi si è espresso sulla sua pagina Facebook Marco Martino Coordinatore Nazionale Giovani Udc , il quale terrà una a breve una serie di eventi con i tanti giovani iscritti al partito dello scudo crociato, la maggior parte degli eventi si terranno in merito al quesito referendario che propone la modifica di ben 47 articoli della Costituzione.
“Comincio col dire che il bicameralismo, qualora ce ne fosse bisogno, non verrà superato, ricordando inoltre che la modica costituzionale sul pareggio di bilancio è stata fatta in meno di 3 mesi. La ragioneria dello Stato, con un documento controfirmato dal Ministro Boschi. dimostra solo 50 milioni di costi ricavati. Limitata la partecipazione popolare alla vita politica del Paese, per richiedere referendum abrogativi le firme richieste aumentano da 500 mila a 800 mila, e per le firme richiedenti leggi di iniziativa popolare, questo testo, triplica le firme, da 50 mila a ben 150 mila.
Inoltre una legge elettorale pasticciata, un ballottaggio che metterebbe da un lato i guelfi e da un lato i ghibellini, mentre proprio a pochi giorni dal centenario di nascita, dello statista democristiano Aldo Moro, è vivo ancora nel ricordo la sua perseveranza di confronto e di dialogo anche tra partiti politici diversi, per il raggiungimento per benessere sociale, etico e morale dello Stato.
A riguardo delle leggi in Parlamento, un progetto politico autoritario, perchè i disegni di legge governativi avranno una corsia preferenziale, con data certa, che invece non troveremmo per le leggi di iniziativa parlamentare. Infine, ma non per ultimo, un decentramento assordante che ci porta indietro rispetto al decentramento ed alle battaglie democratiche cristiane di forte interesse governativo territoriale.
Concludo con il monito che, a quel tempo, ci fece la Democrazia Cristiana, in vista di argomenti riguardanti qualche miglioramento in Costituzione, per garantire la piu’ ampia democrazia, i banchi del Parlamento erano vuoti, per dare pieno potere al Parlamento, delegato tramite una legge elettorale proporzionale e con il voto di preferenza, dal popolo italiano”- conclude Martino.