Hanno aderito in tanti ieri pomeriggio presso il consiglio regionale di Napoli, all’invito proposto dal Garante dei detenuti campano Samuele Ciambriello, tutte le organizzazioni del terzo settore e di volontariato attive negli istituti penitenziari. Un’ assemblea questa che coinvolge attivamente, per la prima volta, tutto il mondo del volontariato penitenziario. Una rivoluzione attiva, “una voce fuori dal coro” con un unico filo conduttore: “i diritti dei detenuti contro uno stigma sociale che è un problema reale che coinvolge tutti e ogni settore della società civile”.
“Perché in Campania la detenzione non è uniforme, tutto dipende a quale istituto si viene ristretti” dichiara un volontario di Poggioreale. L’incontro di oggi è per noi una grande opportunità, finalmente c’è un istituzione attenta ai nostri bisogni e ai diritti dei detenuti è questo l’inizio di un nuovo percorso di rete che ha come tema centrale i diritti dei detenuti”.
Ed è stato questo spazio aperto di discussione, in cui Ciambriello invita i presenti ad aderire all’istituzione del primo Osservatorio campano sulla condizione dei diritti dei detenuti.
“Oggi insieme a voi – dichiara Ciambriello – lancio una proposta che è legislativa, difatti nella legge istitutiva del Garante dei detenuti (l.r. 18/2006) è previsto l’Osservatorio sui problemi carcerari, composto da enti, associazioni e cooperative che impegnate negli istituti di pena. E’ uno strumento importante, anche perchè la Regione è competente per quanto riguarda la sanità nelle carceri, l’istruzione, la formazione professionale e le attività ludiche. In questo senso l’Osservatorio è un braccio operativo del Garante, del Consiglio e della Giunta regionale”. In Campania sono 7300 i detenuti negli istituti di pena, il 20% della popolazione carceraria nazionale, e altre 7100 persone scontano la pena fuori dal carcere. Ci sono poi 70 persone ristrette negli istituti minorili, e 220 nelle comunità. “Il carcere è fallito”, dice il Garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello, “perchè l’80% dei detenuti in carcere ci ritorna. Il 20% che non ci ritorna è grazie al lavoro svolto dalle associazioni che operano all’interno degli istituti di pena”.
“L’istituzione dell’Osservatorio – sottolinea Rosetta D’Amelio, presidente del Consiglio regionale della Campania – deve vincere una sfida importante, andare verso l’uniformità della pena in tutte le province campane, è importante osservare e monitorare la condizione detentiva al fine di rendere le carceri più umane, ma anche a fare in modo che un detenuto una volta scontata la pena in carcere non ci ritorni, altrimenti è una sconfitta della politica e delle Istituzioni”.
“Con questo Osservatorio – prosegue D’Amelio – che già doveva essere insediato da molto tempo, ho sollecitato io il Garante a farlo, possiamo avere uno sguardo più attento sulle carceri, grazie ai dati delle associazioni che lavorano quotidianamente negli istituti di pena, affinchè si arrivi davvero a dare una formazione soprattutto ai giovani detenuti in modo che quando escono possano trovare una possibilità di occupazione, perchè le recidive ci sono anche perchè non c’è un inserimento nella società una volta che il detenuto finisce di scontare la pena”. Intanto, informa il Garante, a breve partiranno alcuni interventi nel carcere di Salerno e Ariano Irpino (arte terapia), a Pozzuoli (percorsi di moda), a Lauro (programma di assistenza ai figli di detenuti), a Sant’Angelo dei Lombardi (programma di inserimento lavorativo), a Benevento e Santa Maria Capua Vetere (programma genitori-figli), a Eboli (sportello socio-legale). A febbraio partiranno invece progetti particolari destinati agli immigrati, nel carcere di Secondigliano e Poggioreale.