Kurt Donald Cobain è stato un cantautore e chitarrista statunitense, frontman del gruppo grunge dei Nirvana. Probabilmente il più amato di una generazione sempre più sola e forse spaventata da un progresso sempre più invadente. Oggi sono trascorsi 22 anni dalla sua scomparsa, ma il suo ricordo resta indelebile,dal 2014 nella sua città natale, Aberdeen, gli rende omaggio con una giornata commemorativa in suo onore. Assieme ai Nirvana ha creato un nuovo modo di fare musica, in soli due anni dalla nascita sono diventati il maggior gruppo rock alternativo degli stati uniti, nel 91 la consacrazione con il brano Smells Like Teen Spirit. Nonostante il successo ed una carriera dalle prospettive infinite, in quegli anni si respirava qualcosa di diverso, si percepiva forte un cambiamento culturale, la pressione soprattutto negli Stati Uniti, diventava sempre più palpabile, soprattutto se eri una giovane Star. Kurt Cobain, era un ragazzo semplice, il successo era diventato una pressa che lo tormentava quotidianamente. I suoi testi erano decisi, potenti, colmi di significato e le sue melodie rispecchiavano il momento, le angosce e la depressione di quella generazione, denominata generazione x. Ma proprio quel successo fu fatale per Kurt.
L’avanzare della depressione, iniziare a dipendere da eroina, lo portarono al suicidio. Era il 5 aprile del 1994 quando decise di togliersi la vita con un fucile da caccia. La sua morte diede conferma alla “leggenda” del Club 27, un’espressione giornalistica usata per riferirsi ad alcuni artisti, prevalentemente cantanti rock, deceduti all’età di 27 anni. Un’altra espressione giornalistica, la cosiddetta “maledizione del J27”, si riferisce all’insieme più ristretto di coloro che, oltre ad essere morti a 27 anni, hanno in comune anche la lettera J come iniziale del nome o del cognome. Data la giovane età si tratta perlopiù di morti violente o dovute all’abuso di alcool e droghe e, in taluni casi, suicidi o incidenti stradali. Il termine “Club 27” fu coniato a seguito della morte di Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison, anche se il vero e proprio iniziatore di questa ‘maledizione’ fu probabilmente Robert Johnson: secondo la leggenda infatti egli vendette la propria anima per ottenere successo nel blues. Negli anni successivi alla morte di Kurt, la maledizione del club 27, colpisce altre 12 rockstar, la più famosa Amy Winehouse, morta per eccessivo abuso di alcool.
In occasione del quindicesimo anniversario dalla morte di Kurt Cobain, Robert Smith della National Public Radio disse: “La morte di queste rock star avvenute all’età di 27 anni ha davvero rivoluzionato il modo di guardare al rock”.
Tuttavia, leggenda o meno, Kurt Cobain, cosi come Jim Morrison, è riuscito in pochi anni di carriera a rivoluzionare un mondo della musica, che, soprattutto in quegli anni era troppo condizionato da una cultura eclettica nazional popolare, riuscendo con alcuni dei suoi testi a riempire un vuoto musicale che da troppi anni si era fossilizzato su un rock standardizzato e troppo simile.