In calo politica e religione per la gioventu’ attuale

Da un’indagine condotta dall’Istituto Demos Coop sui giovani dai 18 ai 34anni, si evince che politica e religione interessano sempre meno. La politica interessa il, 14% di loro, dato che e’ poco sopra la media generale elontano dal dato registrato nel 1968 quando vi era una piu’ vibrante partecipazione alle vicende politiche e sociali, e le une non venivano considerate disgiunte dalle altre. Sara’ la delusione delle aspettative, l’incompletezza della rivoluzione sessantottina, gli effetti tragici degli anni di piombo, oggi si e’ meno abituati alla lotta di classe e c’e’ unapiu’ elevata assuefazione alle politiche correnti. Comunque la gioventu’ dell’epocaci ha provato anche con le maniere forti a cambiare la societa’, mentre quella attuale si affida a metodi di comunicazione piu’soft, quali i social media o la musica o l’adesione a battaglie a sfondo ecologico o animalista.

La Religioneinteressa solo il 7% dei giovani, contro un28% del totale della popolazione; ed il dato giovanile ammonta a meno di un terzo di quello del 2003, quindi nettamente in ribasso. I giovani non si professano atei, ma non frequentano la Chiesa, andando a Messa solo alle Feste Comandate, e nonostante il carisma di Papa Francesco, Pontefice molto vicino ad essi, la fede dei giovani risulta tiepida, anche per non aver ricevuto un convincente esempio dai genitori (gli attuali 40-50enni) probabilmente anch’essi frequentatori assidui piu’di pizzerie che di parrocchie.

Sempre secondo Demos la Famigliae’invece importante per tre giovani su quattro  (eta’ fino ai 24 anni) mentre nel 2003 due su tre la ritenevano indispensabile. Sara’ per il bisogno anzitutto materiale, essi confidanonella famiglia per conseguire una realizzazione, visti i tempi di magra che vivono. E non hanno tutti i torti!Perche’ fare carrierae’ importante per 41% dei giovani, a differenza dei primi anni duemila quando era forte il desiderio di formare un proprio nucleo familiare. Oggi con il dilagare delle separazioni e le difficolta’anche finanziarie a metter su famiglia ilprimario obiettivo dei giovani e’ quello dell’indipendenza economica. Anche se sono consapevoli che cio’ comporta allontanarsi da luogo e famiglia d’origine. E si registra, rispetto agli anni passati, una minorefrattura generazionale tra genitorie figli evidentemente perche’ i genitori sono consapevoli degli aumentati bisogni ed i figli delle situazioni insormontabili cui andrebbero incontro correndo da soli.

 La solitudine e’ inevitabilmente un sentimento di cui soffre il 39% dei giovani. Essi molto spesso vivono fuori casa, condividendo un appartamento con altri studenti o lavoratori, a seconda dei casi e, nonostante siano perennemente interconnessi tramite i social e partecipino ad un sacco di eventi, cio’ non e‘ sufficiente a colmare lorola mancanza del calore umano che puo’ dare una famiglia.

Il sondaggio Demos si e’ inoltre occupato della societa’ che non accetta di invecchiare. La condizione del “ per sempre giovani” viene prolungata quanto piu’e’possibile. La giovinezza, che poi e’ anche la condizione di rimandare il piu’ possibile lo status e le responsabilta’dell’eta’adulta, viene oggi protratta fino ai quarant’anni; mentre l’ingresso nella terza eta’, che fino a ieri veniva serenamente accettata intorno ai cinquant’anni, ora si tende a spostarla dopo i sessantacinque, anche perche’ la durata della vita si e’ allungata, come spesso ci ricorda l’Inps che mira a pagare le pensioni sempre piu’ tardi…

A cura di Dario Alvino

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