Il patto tra i due grandi produttori di automobili consentira’ la nascita del quarto produttore mondiale con 8,7 milioni di autoveicoli all’anno. La neo societa’ avra’ sede in Olanda, sara’ paritetica ed avra’ un consiglio di amministrazione composto da 11 membri, con la presidenza di John Elkan e Carlos Tavares amministratore delegato.
Il fallimento delle trattative tenute in estate con la Renault, un po’ snobbato e sottovalutato dall’ufficio di presidenza francese di Macron, ha favorito la nascita di questo colosso dell’automotive. Quindi non tutti i mali vengono per nuocere! La Joint Venture consentira’ un risparmio annuale di 3,7 miliardi di euro e non dovrebbe comportare chiusure di stabilimenti. Il fatturato e’ stimato in 170 miliardi di euro con un utile operativo di undici. La fusione dovrebbe costare 2,8 miliardi ma il gruppo si gioverebbe, quanto a know how, della maggiore esperienza della Fca nel settore furgoni e fuoristrada e nella conoscenza piu’ avanzata dell’elettrico da parte del gruppo franco-tedesco Psa. Anche sul piano commerciale ci saranno vantaggi per il costituendo gruppo; infatti la Fca e’ oramai radicata in America, sia settentrionale che meridionale anche grazie alla presenza in societa’ del partner statunitense Crhysler, mentre il marchio Psa e’ molto incisivo nel mercato europeo. Riguardo ai piani futuri il gruppo per rispondere alle esigenze del mercato dovra’ puntare all’ecosostenibilita’ e all’elettrificazione, senza trascurare progetti che riguardano la guida autonoma.
Lo stabilimento di Pratola Serra non potra’ che giovarsi della fusione, a patto di togliere di mezzo la produzione del vecchio diesel, non piu’ richiesto sul mercato, a favore del diesel pulito di nuova generazione o chiedere produzioni alternative che trattino i veicoli commerciali o la mobilita’ intelligente. Attualmente a Pratola Serra si lavora dieci giorni al mese e si integra con gli ammortizzatori sociali che dovrebbero essere rinnovati fino settembre 2020. Oggi produce 300mila motori all’anno, ma per occupare tutti i 1.800 lavoratori dovrebbe produrne 550mila, quasi il doppio.