La scorsa domenica padre Luciano Gubitosa ha trasformato l’omelia in lezione di educazione civile. E’ periodo di campagna elettorale, le promesse pullulano e vengono elargite in quantita’ industriale: i politicanti promettono veri e propri miracoli in cambio di una manciata di voti. Eh si, perche’per creare posti di lavoro ex novo,con tutta le difficolta’ che attraversa il Paese, sono necessari poteri divinatori! Ebbene i candidati di turno distribuiscono di tutto, dagli incarichi di poco conto ai buoni uffici per mega appalti, posti di lavoro presso le pubbliche amministrazioni o in enti parastatali. Una sorta di divisione delle acque o,se preferite, di moltiplicazione dei pani e dei pesci. Il buon parroco di San Ciro ha ammonito dal pulpito che quello in corso e’ un vero e proprio mercimonio inteso anche come voto di scambio e mette in guardia la popolazione a non cedere a tali facili lusinghe o illusioni.
Egli lamentava inoltre della scarsa preparazione e dell’approccio superficiale dei ragazzi alla Prima Comunione. Di chi la colpa? Non tanto dei ragazzi ma dei genitori che essendo i primi educatori dovrebbero dare il buon esempio e saper indirizzare i figli minori verso dei comportamenti piu’ consoni: essendo cittadini in formazione e’ doveroso intervenire sui ragazzi, inculcargli dei valori prima che essi crescano nell’indifferenza e senza punti di riferimento. Altrimenti non ci si puo’ lamentare della crisi dei valori. Per un mondo migliore tutti sono chiamati a dare un contributo, insegnanti, catechisti, non ultimi i genitori.
Padre Luciano ha perfettamente ragione: sarebbe ora che i genitori tornassero a esercitare il loro ruolo, che non deve essere quello di assecondare sempre e comunque il volere dei figli. Mi permetto di fare delle considerazioni come un qualunque laico padre di due figli in giovane eta’: vi posso assicurare che e’ impresa ardua oggi imporsi o solo far ragionare i figli sui temi piu’ delicati. Posso confermare che quello del genitore e’ il mestiere piu’ difficile al mondo. Ma dare una coscienza civile e una dirittura morale ad un ragazzo in formazione e’ obbligatorio e doveroso. O almeno tentare di farlo: se non ci si riesce pazienza, ma almeno si avra’la tranquillita’ di averci provato. Risolvere con un “lasciamoli stare, anche noi quando eravamo ragazzi…” Eh no, non e’ piu’ la stessa situazione, ci troviamo in due epoche diverse, negli ultimi 30-40 anni la societa’ si e’moralmente incattivita, imbarbarita, non c’e’ piu’ la solidarieta’e la lealta’ di una volta nei rapporti umani,a mio avviso, perche’culturalmente la societa’ italiana non e’ cresciuta; la popolazione, sia essa nelle grandi citta’ o nelle piccole realta’ e’ oggi si’ piu’ informata, piu’ smaliziata ma la coscienza civile non si e’ evoluta di pari passo, oppressa dalla cappa del consumismo e dei valori effimeri.
Altro episodio degno di nota e’ avvenuto la Domenica delle Palme, alla chiesa del Rosario. Chiesa gremita per la Messa di mezzogiorno, forse per la prossimita’ della Pasqua: nel mezzo della celebrazione Padre Benincasa, domenicano di ferro, ammoniva la folla dei fedeli a non avvicinarsi alla Comunione senza aver prima fatto confessione, specie se quest’ultima fosse avvenuta molti mesi prima. Avviso giusto, ineccepibile che ha fatto storcere il naso a qualcuno ma che restituisce la giusta importanza a confessione e comunicazione con Dio che non possono essere disgiunte. Recarsi alla Messa domenicale e Comunicarsi non puo’ essere assimilato ad azioni di svago come passeggiare al parco o passare al bar per degustare il caffe’.