Call center, 80% dei servizi resterà in italia: raggiunto l’accordo governo-imprese

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ROMA – “Abbiamo raccolto la disponibilità dei maggiori committenti, 13 imprese che valgono il 65% del mercato” per la condivisione di un protocollo di intesa che è “segno di grande responsabilità che si è dato il settore privato”. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, illustrando l’iniziativa a Palazzo Chigi, spiega: “Il protocollo ruota attorno alla qualità del servizio, sulle certificazioni linguistiche e ci si impegna a tenere l’80% come soglia di servizi da erogare in Italia. Chi è sopra questa soglia- sottolinea- ovviamente si impegna a rimanerci”. Inoltre le imprese “si prendono l’impegno a non fare gare sotto il costo del lavoro” orario.

Si tratta del “primo caso in Europa di una iniziativa di questo tipo e dimensione. La facciamo non perchè siamo contro il libero mercato, ma perchè ci sono settori più esposti e senza difesa di fornte alla competizione internazionali”.

Quello dei call canter, ricorda Calenda, “ha vissuto un periodo di grande difficoltà, la contrazione della marginalità è stata molto significativa” ed è un settore “più esposto di molti altri alla delocalizzazione perchè la variabile ‘costo del lavoro’ è la più importante”. Il ministro ricorda di aver agito contro la delocalizzazione già in legge di bilancio con un regime sanzionatorio più stringente. “Nei primi 4 mesi del 2017 sono state elevate 120 sanzioni per un importo medio intorno ai 2 milioni di euro. Nel 2016 erano state 34 per 100 mila euro”.

GENTILONI: IMPEGNO PER PROTEGGERE 80 MILA POSTI

È un impegno che fa bene al paese, che lancia un messaggio di tutela del lavoro e di responsabilità sociale delle imprese“. Così il premier Paolo Gentiloni, intervenendo a Palazzo Chigi alla firma di un protocollo che riguarda i call center. “La responsabilità sociale è uno degli esempi più rimarchevoli che possiamo rivendicare in Italia e questo impegno- prosegue rivolgendosi alle aziende- vi fa onore”.

L’intesa, tra l’altro, prevede anche che almeno l’80 per cento dei servizi venga fornito sul territorio italiano. “Il settore dei call center- ricorda il presidente del Consiglio- vede 80 mila persone impiegate” e con la firma di questo protocollo “vogliamo salvaguardare la qualità delle competenze e mantenere le presenze in Italia: diamo un messaggio molto importante e positivo”. #dire

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