Avellino- La dichiarazione di inagibilita’del Liceo Artistico De Luca, che segue quella della Media Cocchia e la conseguente ordinanza di sgombero degli istituti, provocano una serie di trasferimenti dei plessi. Da lunedi 21 novembre gli alunni dell’Istituto d’Arte, nel corposo numero di 970, traslocheranno presso la succursale del Liceo Scientifico di via Scandone mentre questi ultimi si aggregheranno alla sede madre del Mancini di via De Concili. Di conseguenza i discendi dell’Istituto tecnico Amabile prenderanno posto presso l’IissScoca di via Morelli e Silvati.
Infine gli studenti dell’Ipia Amatucci andranno ad occupare in parte la scuola media Solimena oltre a quella gia’ in uso di viale Italia e via Ferrante. Gli alunni e i genitori dell’istituto Amabile pare non abbiano gradito le soluzioni adottate e si sono dichiarati sul piede di guerra. I trasferimenti a catena decisi dal Presidente della Provincia Gambacorta, concertati con il Provveditore agli Studi Rosa Granoe con il consigliere delegato all’Istruzione Girolamo Giaquinto, sono dovuti all’improvvisa indisponibilta’delgi istituti De Luca e Cocchia che totalizzano quasi duemila alunni.
I provvedimenti adottati di conseguenza sono stati non facili ed hanno prevalso l’esigenza di conglobare l’unitarieta’ dei corsi ed evitare turni pomeridiani ed il frazionamento delle lezioni in plessi non adeguati. Ovviamente qualche disagio ci sara’inevitabilmente; il presidente Gambacorta ha fatto appello ai dirigenti delle scuole ospitanti di garantire la massima collaborazione ed ai genitori degli alunni senso di responsabilta’ per far fronte alla situazione emergenziale che si e’ presentata.
Seguiranno giorni concitati per espletare i suddetti trasferimenti, ci auguriamo che tutto possa andare a regime in un paio di settimane. Si arrivera’cosi’ alla pausa delle votazioni referendarie (4 dicembre)e alla ricorrenza dell’Immacolatacon i relativi ponti per recuperare le festivita’ soppresse. Resteranno una decina di giorni alla lunga pausa di Natale fino all’Epifania. In tal modo si saranno persi una ventina di giorni di lezione (che per la Cocchia diventano trenta-quaranta).
“Che vuoi che sia” recita il titolo di un film in programmazione in questi giorni e che narra di attualita’. Non succede nulla! Solo che la vicenda suscita due riflessioni. La prima e’ che l’Italia e’ la nazione, a livello europeo, col piu’ basso numero di giornate di frequenza scolastica ed ha un livello culturale medio-basso, la seconda e’ che all’emergenza si arriva puntualmente quando non c’e’programmazione o attenzione verso i problemi. Lo stato di percarieta’ degli edifici che ospitano la Cocchia e l’Istituto d’Arte non e’ sorto oggi, e neanche e’ stato determinato da eventi sismici locali.Ci si e’ allarmati ora, sull’onda emotiva dettata dagli eventi tellurici di Umbria e Marche.
Ma dov’erano e a che pensavano i dirigenti preposti, sia scolastici che provinciali o comunali quando si faceva programmazione per il futuro? In che modo hanno affrontato il problema prevenzione, cosi’ inerente nella nostra provincia? Ed i solerti genitori, che oggi protestano a tutto spiano a volte esagerando, potrebbero chiedere il recupero delle lezioni perdute, magari facendo petizione per rinunciare alle festivita’ soppresse. Nelle aziende private succede di dover fare straordinari non facoltativi per evadere ordinativi superiori, e per metter grano nel fienile contro i periodi di secca.
Nella scuola pubblica questo ragionamento e’ ancora un tabu’? Ma se ‘e cosi’, non possiamo pretendere che Tedeschi e Commissione Europea ci condonino, all’insegna della flessibilita’, l’enorme disavanzo del debito pubblico. Dobbiamo fare tutti la nostra parte, pubblico e privato, ed imboccare la strada virtuosa dell’impegno perche’le tante, troppe falle create da decenni a questa parte, del nostro Sistema Paese ha anche questo nome: scarsa produttivita’!