Alla giustizia italiana occorrono 1600 giorni per una sentenza!

Il sistema giudiziario risulta lento e farraginoso: per una sentenza definitiva si aspettano almeno 1600 giorni. Mediamente per il primo grado di giudizio ci vogliono, secondo statistiche degli anni 2015-16, circa seicento giorni, mentre per il secondo grado (Corte D’Appello) ne occorrono circa novecento, il terzo ed ultimo grado richiede un periodo d tempo che va dai 220 ai 240 giorni. Intervalli di tempo inconcepibili per nazioni come Germania, Francia o Inghilterra.

Qual le cause che rendono lentissima la giustizia italiana? Anzitutto e’ proprio il numero dei gradi di giudizio vigenti (tre) che rende si ipergarantista l’iter procedurale, perche’ad un procedimento errato puo’ sempre ovviare un altro piu’attento ed oculato, ma anche molto lento nelle procedure. Pensiamo che in America vi e’ un solo grado di giudizio e che moltissime cause vengono transatte preventivamente con una penale pecuniaria, in quanto molti temono la severita’ delle pene.

Invece in Italia poche’ la sanzione o la pena, alla fine dei procedimenti, risultano quasi sempre mitigate, conviene quindi ricorrere ai successivi gradi di giudizio. Se poi consideriamo che molte cause finiscono in prescrizione, i cui termini sono andati accorciandosi con apposite riforme egli ultimi anni,  e allora si spiega l’atteggiamento dei legali a prendere tempo per allungare la durata dei processi. Vi e’ anche un’ altra regola che allunga maledettamente i tempi dei giudizi. Se un giudice cambia ufficio o va in pensione, l’iter procedurale inizia da capo. Ci vorrebbe una norma che stabilisca che la sentenza di un causa deve essere emanata dagli stessi giudici che hanno iniziato il dibattimento. I termini di prescrizione aggravano la situazione: molti giudizi non vengono conclusi per che intanto scadono i termini di legge ed altrettanti restano impuniti.

Una grossa mano nello smaltimento dei procedimenti la stanno dando  Giudici di Pace e Giudici Onorari, ma la recente riforma adottata dal ministro Orlando vincola questi ultimi ad un carico di lavoro aumentato, ma da svolgere in soli due giorni la settimana. Tale riforma fara’ risparmiare fondi all’amministrazione della giustizia, ma sicuramente si perdera’ in celerita’ delle procedure.

La giustizia italiana non soffre solo di sovraccarico e lentezza, ma anche di incertezza della pena. Il caso piu’ lampante e’ scaturito all’indomani della lista Falciani, ove furono pubblicati centomila nomi di persone, tra cui 7.500 di italiani, che avevano

depositato decine di miliardi in una banca svizzera. Ebbene in Francia e Germania sono seguite condanne e risarcimenti, mentre in Italia i giudici tributari hanno deciso con palesi difformita’. Alcuni evasori sono stati condannati, altri assolti, altri ancora hanno avuto sentenze contrastanti tra il primo e il secondo grado. E dopo la prima sentenza di Cassazione che ha convalidato la lista Falciani, e’ intervenuto un collegio tributario di Milano a salvare tutti, fino a nuovo giudizio della Cassazione prossimo venturo…

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