Regolamentazione e incentivi ai comuni per l’accoglienza migranti

Il problema della sistemazione non riguarda solo la citta’ di Avellino ma tutto il territorio nazionale. Il caso critico piu’ attuale e’ quello di Como ove si aggirano alcune centinaia di migranti respinti dalla Svizzera e che hanno bisogno di urgente collocazione: il prefetto di Como d’ accordo con il sindaco e con l’assessore ai servizi sociali della citta’ si stanno adoperando  per allestire un campo con prefabbricati per l’accoglienza. Ma d’ora in poi, come faceva notare don Vitaliano della Sala intervenuto sulla questione, l’emergenza dovra’ trasformarsi in sistematica accoglienza dato che il flusso di africani non si esaurira’ a breve. Il Viminale sta mettendo a punto un piano che prevede una ripartizione del numero di migranti (25 ogni mille abitanti) valido per tutto il territorio nazionale e un sistema di incentivi a favore dei Comuni. Gli enti locali si potranno attivare dal canto loro a sbloccare il turn over del personale e ad organizzare siti per una decorosa accoglienza. In prospettiva gli enti comunali potranno impegnare gli extracomunitari, che saranno ben contenti di farlo, in attivita’ socialmente utili a favore dei territori che occupano. Con tale impegno essi eviteranno quel bivaccare per le strade urbane che li vede intenti all’accattonaggio, che da tanto fastidio ai residenti. Queste le linee guida rivelate all’Ansa dal delegato Anci per l’Immigrazione, nonche’ sindaco di Prato Matteo Biffoni. Questi ha anche parlato di una piu’ veloce procedura di rimpatri per coloro che non hanno diritto di asilo, lo stesso ha riferito dell’allestimento di 35 nuovi centri di accoglienza per minori in almeno dieci regioni che andranno sotto la diretta responsabilita’ dei Sindaci di zona. Ha fatto intendere inoltre che sara’ snellito il sistema di smistamento d parte dei Prefetti, d’ora in poi una volta affidati ai singoli Comuni, saranno i responsabili locali, Sindaci in testa, ad organizzare la gestione dell’accoglienza, attivita’ che finora e’ stata affidata esclusivamente alle cooperative private con risultati non sempre lusinghieri, in molti casi anzi rivelatisi truffaldini. E’ del febbraio scorso la chiusura di una decina di gestori di  cooperative nella zona di Mercogliano con l’accusa di cattiva gestione dei migranti. Per non parlare della mega organizzazione facente capo a Buzzi e Carminati che su tali attivita’ hanno impiantato Mafia Capitale.

La gestione dll’emergenza migranti in Italia e’cosi’ organizzata: vi sono centri di primo soccorso e accoglienza (Cpsa) e quelli di seconda accoglienza (Sprar). Nei primi, come quelli di Pozzallo e Lampedusa, si prestano le cure mediche necessarie ai migranti che vengono intanto fotosegnalati per l’individuazione. Secondo le loro condizioni vengono smistati nelle altre tipologie di centri (Cda o Cara). Lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e Rifugiati) e’ un centro di seconda accoglienza mirante all’integrazione sociale ed economica dei soggetti gia’ titolari di una forma di protezione internazionale (rifugiati). Lo Sprare’ disciplinato dalla rete degli enti locali che accedono ai finanziamenti. Il Ministero dell’Interno ha recentemente rifinanziato, operazione che avviene con cadenza triennale, i progetti presentati attraverso i bandi dei Comuni.

Nel corso delle prime esperienze si e’ scoperto che i centri di accoglienza molto vasti, come il Cara di Mineo, hanno provocato ghettizzazione, mentre il dislocamento in strutture integrate nel tessuto urbano, come appartamenti o piccole comunita’, situati nei centri urbani hanno favorito la socializzazione. Pertanto d’ora in poi sara’ privilegiata tale destinazione al fine di tendere all’integrazione del rifugiato che potra’ sentirsi in tal modo utile e non emarginato dalla societa’ in cui si trova a vivere.

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