Dermatite professionale – Il lavoro nobilita l’uomo, ma spesso l’ambiente che lo circonda lo fa “irritare”, non è un modo di dire, stando ai dati appena discussi a Napoli durante il congresso della Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale (Sidapa), una ampia percentuale di lavori porterebbero al rischio di dermatiti professionali.
Basti pensare come nell’arco degli ultimi 8 anni, siano stati scoperti dai medici ben 172 allergeni, di questi almeno 119 si trovano nell’ambiente lavorativo e possono provocare dermatiti con tutte le fastidiose conseguenze del caso, rossore,prurito,gonfiore. Nicola Balato, presidente del congresso e dermatologo dell’università Federico II di Napoli, spiega con maggiori dettagli: «In circa un caso su tre si tratta di ingredienti usati per i cosmetici, indicati genericamente come idratanti, umettanti, emollienti, agenti protettivi; si trovano in tinture per capelli, cere depilatorie, smalti per le unghie, prodotti per il corpo e mettono a rischio estetiste, parrucchieri e chi lavora nei centri benessere. Altrettanto comuni le dermatiti da farmaci che colpiscono medici, infermieri e badanti: le polveri di benzodiazepine, beta-bloccanti, ACE-inibitori e altri principi attivi, rilasciate quando si maneggiano o si spezzano le pillole, possono irritare le mani e anche il viso, se non ci si sciacqua subito dopo averle toccate. Più insolite ma già segnalate le dermatiti da erbicidi nei giardinieri, da gomme negli idraulici, da camomilla, chili e additivi alimentari in baristi, addetti al fast food e ristoratori; c’è perfino la dermatite da gratta e vinci dei tabaccai, provocata dal rivestimento dei tagliandi che contiene spesso nichel». «A rischio anche chi applica unghie artificiali o smalto permanente, una moda sempre più diffusa: i collanti utilizzati possono provocare allergie nelle estetiste e ovviamente pure nelle clienti abituali – aggiunge Fabio Ayala, direttore della Clinica Dermatologica all’università Federico II di Napoli -. In generale le dermatiti professionali sono in calo grazie alla maggiore automazione di molti impieghi e alla conseguente riduzione del contatto con sostanze allergizzanti, tuttavia stanno emergendo nuovi mestieri potenzialmente esposti: lo sono tutti quelli in cui la manualità è ancora centrale».