Sport- Quando tenacia e passione non fermano la passione per lo sport, lo dimostra la nuova campionessa di Judo, Matilde Lauria che nonostante la disabilità ha continuato ad allenarsi ogni giorno. Matilde Lauria, residente a Napoli non vedente, diventa campionessa d’Italia di Judo per la categoria 66 chilogrammi. Matilde, 48 anni e mamma di tre figli, ha perso la vista in modo graduale e oggi affronta la nuova condizione con tantissimo coraggio, conciliando famiglia, disabilità e attività sportiva. La cecità non ha fermato la sua grande passione per il judo, seguendo gli allenamenti con la ASD Non ed IpoVEDenti Napoli del maestro Gennaro Muscariello: «Nello sport – dice il maestro – nessuno ti regala niente. Per essere al vertice, si deve lavorare al massimo». La storia di Matilde è la dimostrazione che lo sport è una disciplina sana, praticare la cultura del movimento può generare una cultura inclusiva rispetto alle diverse caratteristiche e modalità di funzionamento di tutte le persone: disabili, anziani, uomini e donne non più giovani, bambini… Tutto diventa possibile se accanto allo sport si aggiunge una cultura delle pari opportunità . Ripensare all’attività sportiva in questa prospettiva, significa recuperarne e potenziarne le finalità di tipo formativo ed educativo, facendone emergere gli aspetti sociali e culturali. Praticare un’attività sportiva, dunque, dev’essere un diritto di tutti i cittadini, a prescindere dall’età, dalle categorie sociali di appartenenza e dalle condizioni di disabilità e in quanto diritto, lo sport dev’essere accessibile a tutti, nel rispetto degli obiettivi e delle capacità di ciascuno e nella diversità delle attività agonistiche o amatoriali, individuali o di squadra. Lo sport per tutti, infatti, costituisce un fenomeno socialmente rilevante, in quanto si fonda su valori sociali, educativi e culturali, diventando fondamentale nei processi di crescita degli individui e della collettività.
Auguri alla neo campionessa di Judo che possa diventare un modello per tutti.