Il tabacco italiano venduto a Philip Morris: intesa da 500 milioni
La firma a Palazzo Chigi tra i vertici della filiale italiana dell’azienda statunitense e i ministri Martina (Agricoltura) e Galletti (Ambiente): le risorse destinate agli acquisti di materia prima in Campania, Toscana, Umbria e Veneto
L’INTESA – L’intesa, informa il ministero delle Politiche agricole, prevede acquisti di tabacco coltivato in Italia da parte di Philip Morris per circa 80 milioni di euro l’anno e un potenziale investimento complessivo di circa 500 milioni entro il 2020. Tali risorse saranno destinate all’acquisizione di materia prima di qualità nelle zone di maggiore produzione come le Regioni Campania, Toscana, Umbria e Veneto. “
50 MILA LAVORATORI – “Stiamo lavorando per la tutela del reddito di oltre 50 mila addetti alla coltivazione del tabacco in Italia – ha dichiarato il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina – in un passaggio delicato dopo la riforma della Pac. Con le Regioni siamo impegnati per destinare ad interventi strutturati per il settore parte delle risorse dei programmi di sviluppo rurale fino al 2020, lavorando anche sulla qualità del prodotto. L’accordo di oggi con Philip Morris rientra in questo quadro di azioni strategiche e costituisce un’occasione importante anche sotto il profilo della programmazione per i tabacchicoltori italiani”“
“La firma dell’accordo tra Governo, Philip Morris e le rappresentanze del comparto è un grande risultato per la filiera campana del tabacco.” Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
“Abbiamo lavorato fianco a fianco – continua il presidente De Luca – con il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, l’azienda e le associazioni del comparto in queste settimane per una soluzione positiva dell’intesa che valorizza in modo straordinario una delle eccellenze dell’agricoltura campana: il tabacco Burley.
“Gli elementi decisivi che hanno orientato la decisione della multinazionale del tabacco sono stati la qualità del prodotto campano, la professionalità degli operatori eredi di una tradizione secolare ma capace di raccogliere le sfide del presente e del futuro, la perfetta organizzazione della coltivazione in tutte le sue fasi con particolare riguardo per il rispetto dell’ambiente e dei suoli. Questo accordo, in termini economici ed occupazionali, diventa uno dei tasselli più importanti del rilancio dell’agricoltura <Made in Campania>”, conclude il presidente.