PD è scissione, Bersani: si poteva mediare

L’Italicum o l’espositum cosi battezzato dopo le rivisitazioni del senatore Stefano Esposito riceve il primo affondo positivo. Il Premier Matteo Renzi vince la sua prima battaglia al Senato ma di fatto sancisce la totale spaccatura con i dissidenti del Partito Democratico.

L’Italicum passa grazie ai voti di Forza Italia, l’aula di palazzo Madama prima boccia le proposte di modifica presentate da Miguel Gotor, con 170 no, 116 sì  e 5 astenuti; la seconda con 168 no, 108 sì e 3 astenuti. Successivamente viene approvata l’italicum o Espositum con 175 voti a favore, 110 contrari e due astenuti, dunque Forza Italia con i suoi voti è stata decisiva.

Il Premier Matteo Renzi dal convegno in Svizzera si dichiara entusiasta e soddisfatto, “L’Italia va avanti, chi prova a interrompere il percorso delle riforme, per il momento, non ce la fa”. Quello di oggi, continua Renzi, è “un grande risultato” che rende “la legge elettorale molto più vicina”.

La frattura tra i democratici è cosa fatta, Bersani: “Spaccatura? Si poteva mediare ma loro non hanno voluto”. Riunione a Montecitorio dei 140, tra deputati e senatori del Pd. Nel partito c’è “grande preoccupazione” ma per ora non ci sarà nessuna iniziativa, spiegano gli esponenti della minoranza. La giornata di oggi ha visto sfilarsi 80 parlamentari dalle file del Pd, 30 deputati alla camera contestando la legge elettorale, e 50 al Senato che non hanno votato l’Italicum. La manovra è stata considerata una provocazione, si crede ormai che la posizione di Forza Italia e di Berlusconi conti più di una buona parte del Pd. Verificheremo se il patto del Nazareno riguardi anche il Colle o qualcosa di più ha dichiarato Zoggia.

Dopo il primo via libera alla riforma, al Senato scoppia il caos, decadono circa 30 mila proposte di modifica presentate. Il movimento 5 stelle ha le idee chiare: Oggi è nata una nuova maggioranza fatta di trucchi ignobili, oggi è stato concretizzato il Patto del Nazareno. La minoranza del Partito Democratico si è riunita alla Camera per fare il punto della situazione. 140 sono i deputati riuniti, tra i presenti, oltre a Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi, Gianni Cuperlo, Civati, Fassina, Sesa, Francesco Boccia, Miguel Gotor, Mineo,Cesare Damiano. Presente anche il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza. 

Nel frattempo Berlusconi si vede con Alfano, al Senato proposto Antonio Martino come primo nome “bandiera” da proporre al Quirinale. Si tratterebbe solo di un nome di facciata per affrontare le prime tre votazioni che certamente non passeranno la misura legislativa. Successivamente il nome del centro destra sarà quello di Giuliano Amato.