Depressione malattia del secolo, Italia più colpita in Europa, come curarla.

Depressione un italiano su dieci ne è colpito almeno una volta

La depressione è ormai il male del secolo, passa spesso inosservata, non viene riconosciuta né diagnosticata facilmente. La vita frenetica, la perdita di valori, la secolarizzazione il nichilismo hanno sicuramente contribuito ad aumentare la percentuale di casi di questo disturbo, che incide fortemente sull’umore delle persone, sul morale, sullo spirito mietendo vittime. Sempre più frequenti in questi ultimi anni sono stati gli omicidi derivanti da casi depressivi. Secondo una ricerca condotta nell’ambito del progetto Psyche che è stata presentata a Firenze al 32° congresso nazionale della società Italiana di Medicina Generale e delle Cure primarie (SIMG), è emerso che la depressione almeno una volta nella vita colpisce l’11,5% degli italiani.

La possibilità di diventare depressi incalza con gli anni. Secondo alcune ricerche un piccola percentuale di persone affette da questo disturbo si è rivolta a specialisti ed ha cercato di fronteggiare il problema con l’uso di farmaci. Con l’aiuto di uno specialista bisogna far distinzione tra i vari casi di depressione, se si tratta di una forma lieve o clinica, quest’ultima ad esempio è accompagnata e caratterizzata fortemente da un generale disinteresse verso tutte le attività che erano fonte di felicità per il paziente prima che insorgesse la malattia.

Questo disturbo è caratterizzato dalla combinazione di due fattori: quello psicologico e quello biologico, pertanto oltre la cura farmacologica è necessario associare una psicoterapia cognitivo comportamentale di supporto. Il dottor Ovidio Brignoli, vicepresidente della Simg e coordinatore del progetto Psychè afferma “E’ necessario uniformare le modalità di cura rispettando ovviamente le diverse esigenze dei malati. Il prossimo passo sarà creare una rete di camici bianchi che dialoghino tra loro su come affrontare la malattia”. Il progetto Psychè dunque è un confronto tra le varie pratiche professionali.

Ma perché a volte passa inosservata la depressione? Spesso siamo ingannati dal pregiudizio che ci induce a pensare che i soggetti depressi abbiano una personalità triste, cupa ma non sempre è così. Le vittime di questo disturbo sono spesso persone che cercano di mostrare solo gli aspetti positivi della loro vita e apparentemente sembrano felici, forse le più felici che conosciamo, cercando di mascherare o nascondere la depressione che intanto logora dentro.

Non lasciamoci dunque ingannare dall’ apparenza. Ma quali potrebbero essere altre avvisaglie in grado da poterci aiutare a capire se si tratta di depressione? Ne illustriamo qualcuna, ad esempio l’abbandono, che ha una forte ripercussione ed è deleterio per chi soffre di questo disturbo, per un depresso è difficile incolpare l’altro quando si viene abbandonati. Un’altra caratteristica molto evidente è la grande capacità di queste persone di inventare storie, per evitare che l’attenzione altrui cada su queste evidenti manifestazioni di sofferenza, cercano invano di nascondere la depressione spostando l’attenzione su pseudo-realtà che costruisce la loro mente fingendo che tutto va bene che la vita li soddisfa in tutto ma è solo apparenza. Hanno disturbi del sonno e legati all’ alimentazione e non solo.

La cosa più importante da capire delle persone affette di depressione è che anche loro cercano amore e cercano di essere accettati compresi e sostenuti. Non allontanatevi mai da una persona che soffre di depressione. Tendete la mano quando qualcuno si chiude in se stesso. Aprite il vostro cuore perché è fondamentale anche il supporto morale.