Basta raffreddore, brevettato il vaccino: ma arriva tra 8 anni!

Influenza stagionale, previsti 5 milioni di malati

Tra le tante infezioni legate all’influenza una delle più fastidiose è senza dubbio il raffreddore, il più delle volte nel giro di poche ore il virus attacca l’intero apparato respiratorio, provocando mal di gola e mal di testa. Pur non essendo una patologia grave, anzi è piuttosto comune con il presentarsi della febbre, risulta essere molto debilitante. Nei casi più “gravi” ti costringe a rimanere a casa, mangiare poco e male, e spesso ti porta in un sommario stato confusionale.

Da oggi, o meglio tra qualche anno, sarà possibile vaccinarsi anche contro il raffreddore. Un ricercatore Viennese ha brevettato un vaccino che combatte il raffreddore e tutti i sintomi ad essso legato. Ma non correte a prenotarlo, la commercializzazione è prevista entro 6 anni. Tuttavia i primi risultati sono stati piuttosto soddisfacenti, con ulteriori ricerche la soluzione ad uno dei sintomi più frequenti dell’influenza potrebbe essere presto di facile risoluzione. Sarebbe un passo avanti importante, riuscire a concentrare un vaccino per un virus specifico, un modo netto e deciso per eliminare in un colpo solo tutti i farmaci da banco che oggi utilizziamo per appunto guarire dai sintomi da raffreddamento.

Rudolf Valenta, questo è il nome dell’ideatore spiega come funziona la sua scoperta. Oggi il sistema immunitario degli esseri umani, non riesce a combattere i rinovirus, i principali responsabili del raffreddore, questo perchè tende a proteggere e contrastare il virus principale. Il nuovo vaccino invece, ha l’obbiettivo di creare una sorta di guscio protettivo del microrganismo, che si ancora alle mucose della bocca, del naso e della gola e nello stomaco favorendo l”aggressione’, e che non varia tra i diversi ceppi. “Abbiamo preso alcuni frammenti del guscio – spiega Valenta – attaccandoli ad una proteina di trasporto. E’ un principio molto vecchio, ‘riprogrammare’ la risposta immunitaria sull’obiettivo giusto”.

La ricerca, ha poi sottolineato, è in fase avanzata: “Con la prima proteina che abbiamo costruito abbiamo un’inibizione molto buona della malattia, siamo convinti di essere sulla buona strada. Se riusciremo ad avere i fondi per i test clinici possiamo metterlo a punto in sei-otto anni”.