HIV una malattia ignorata: Il 15% dei sieropositivi non sa di essere malato

Aids, in Italia il 15% dei sieropositivi non sa di essere malato e una diagnosi su due è tardiva

Secondo lo studio del SIMIT e dell’Istituto Superiore di Sanità, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV in Italia è causata, da rapporti sessuali non protetti. In modo particolare gli omosessuali maschi secondo lo studio sono risultati i più a rischio contagio.

Essere sieropositivi in Italia pare non essere un problema! Oltre alle Iene, nessuna tv nazionale ha mai sollevato la questione dell’HIV in maniera seria e concreta. Siamo praticamente fermi agli anni 90, quando parlare di HIV era un vero tabù. Purtroppo il problema della sieropositività è reale e andrebbe affrontato con la massima efficacia. Una corretta informazione, attraverso la televisione, spiegare il fenomeno nelle scuole potrebbe decisamente essere la chiave perfetta per allontanare in modo definitivo questa malattia.

Oggi nel bel paese oltre il 15% dei sieropositivi non è consapevole di essere contagiato, mentre ben il 50% lo scopre quando ormai il virus si è insediato in maniera definitiva nell’organismo. A lanciare l’allarme è stata la Società italiana di malattie infettive e tropicali SIMIT, secondo la quale ogni anno sono circa 4.000 i nuovi contagiati. Quasi 11 al giorno. Particolare preoccupazione, sottolineano gli specialisti, è la frequenza di nuove infezioni da Hiv tra gli omosessuali maschi.

La ricerca presentata all’Italian Conference of Aids and Antiviral Research, fornisce numeri abbastanza inquietanti, più di 120 mila italiani sono attualmente contagiati dall’Aids nel nostro paese, in maggioranza i giovani tra i 25 e i 29 anni.

Malattia e diagnosi tardive – Per cercare di porre rimedio ad una situazione sempre più allarmante, il ministero della Salute proprio in collaborazione con la SIMIT,  ha rilasciato una serie di linee guida per una maggiore informazione ed una corretta prevenzione. Più di 90mila persone sono attualmente in terapia o in contatto con centri specializzati. Gli esperti prevedono che circa 20-30mila persone sarebbero assolutamente inconsapevoli della malattia e dei centri predisposti per le cure. Delle circa 4mila nuove diagnosi di Aids registrate ogni anno, almeno la metà è diagnosticata quando l’infezione è già in uno stadio avanzato.

Il rapporto tra Hiv e Hcv – Una delle cause maggiori della diffusione dell’HIv sono i rapporti sessuali non protetti. In modo particolare dalla ricerca sarebbe emerso come i maschi omosessuali che non si proteggono, rischiano d’infettarsi circa 20 volte di più rispetto agli eterosessuali. “Le persone che hanno una infezione sia da Hiv che da Hcv (epatite C) – spiega Massimo Galli, vicepresidente Simit – presentano un andamento della malattia epatica più rapido. Uno dei temi caldi del momento è il poter estendere al massimo delle persone con entrambe le infezioni Hiv-Hcv le terapie con farmaci anti-epatite C”. Le regioni italiane con il numero più alto di sieropositivi sono Lombardia, Lazio e Liguria.

L’efficacia della terapia anti-epatite C – “Grazie alle nuove cure, la mortalità per Aids è diminuita tantissimo, anche la stessa qualità di vita è migliorata molto”,continua Galli. Tuttavia “la malattia non è sconfitta” e alla sospensione della terapia segue di regola la ripresa della replicazione del virus e della progressione della malattia. Secondo l’Istituto superiore di sanità, la maggior parte delle nuove diagnosi di infezione da Hiv è attribuibile in Italia a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono l‘84,1% di tutte le segnalazioni.