VATICANO – Il principale oppositore di papa Francesco, il cardinale americano Raymond Leo Burke, è partito per l’isola di Guam, nell’arcipelago delle Marianne, in pieno Pacifico, col mandato di investigare su un complesso caso di pedofilia riguardante un arcivescovo. Burke, è stato l’ ex presidente del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolico e ora Patrono dell’Ordine di Malta, dovrà restare sull’isola il tempo necessario per istruire il processo canonico, benché a fine mese sia atteso negli Usa per una conferenza.
Secondo l’agenzia dei vescovi americani, la Catholic News Service, il cardinale è arrivato ieri da Roma a Gian, letteralmente all’altro capo del mondo, dopo un viaggio con due scali aerei. Il cardinale firmatario dei “dubia” sulla Amoris Laetitia e sulla comunione ai divorziati risposati – sui quali ha minacciato anche il Papa di una “correzione formale” – dovrà fare luce su un controverso caso di pedofilia sul quale l’accusato, l’arcivescovo Apuron, continua a sostenere di essere estraneo ai fatti, negando i presunti abusi ai danni di un seminarista, risalenti agli anni Settanta.
Nel maggio scorso l’arcivescovo è stato accusato da Roy Taitague Quintanilla, dodicenne all’epoca dei fatti. La vicenda ha portato alcuni membri di uffici diocesani a dimettersi dagli incarichi.
Il Papa è dapprima intervenuto nominando un amministratore, l’arcivescovo cinese mons. Savio Hon Tai-Fai, segretario di Propaganda Fide, che però non sarebbe riuscito a far fare passi avanti all’inchiesta. Apuron, che continua a mantenere il titolo di arcivescovo di Guam, in passato è finito al centro di protesta violente per avere distribuito una lettera in cui paragona l’attivismo per i diritti gay al terrorismo islamico.
Ora sul suo caso dovrà fare chiarezza un cardinale che, per le sue posizioni conservatrici, è considerato tra i principali avversari di Francesco.