Roma – Lo scorso 19 settembre il Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Pietro Parolin, ha formalizzato l’adesione della Santa Sede alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione. All’interno del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e’ in formazione la costituenda assemblea internazionale composta da cattolici e non che si attivera’ contro le diverse forme di corruzione. Tale gruppo sara’ trasversale e composto da alti funzionari di forze dell’ordine, da magistrati, studiosi, vescovi, giornalisti, sacerdoti “di strada”, suore e donne laiche. Un gruppo eterogeneo, di cui alcuni gia’ agiscono contro problemi gravi, quali la tratta degli esseri umani e la prostituzione. Questi convoglieranno la loro esperienza e la esporranno nel corso di una conferenza da tenersi in Vaticano prossimamente. Inoltre essi metteranno a punto periodicamente la loro attivita’ e la indirizzeranno a combattere la piaga della corruzione. Perche’ trattasi di una vera piaga sociale che prende ed avvicina a se’ le persone rendendole schiave della loro condizione criminale quasi senza accorgersene. Papa Francesco pensa che la corruzione non consista in un singolo atto, ma in uno stato di degenerazione, risultato di una serie di atti da cui non si guarisce. Il Pontefice ha lanciato il suo anatema:”peccatori si, corrotti mai”. Perche’ la corruzione non si compie solo con singoli illeciti, ma con una condotta di vita lesiva della dignita’ altrui e della collettivita’ (pratiche corruttive sono anche quelle di concorrere ai comportamenti di complicita’, che consistono nel non prendere posizione contro)perche’ gli abusi vanno a intaccare i legami sociali,la fiducia delle persone ele relazioni democratiche. Da comportamenti illeciti derivano ingiustizie sociali, prepotenza e sfiducia generalizzata.
Papa Francesco riconosce che i soggetti piu’ a rischio sono ovviamente quelli che detengono il potere, grande o piccolo che sia, e non esonera da tali responsabilita’ gli uomini e le strutture della Chiesa. All’inizio del suo Pontificato egli ebbe a lagnarsi del lusso e degli agi in cui vivevano molti prelati (vedi l’attico di 500 mq. con parquet in rovere in cui vive il cardinale Bertone). Egli ebbe a lanciare il sasso nello stagno e bisogna riconoscergli una buona dose di coraggio, e, senza ingerire maldestramente, aspetta che quelle consuetudini inveterate vengano a galla assieme ad altre magagne…Il Papa inoltra sottolinea che anche l’ipocrisia e’ un peccato, professarsi cristiani ma non vivere da cristiani equivale ad essere corrotti. All’interno del costituendo dicastero, alla cui guida egli ha nominato Peter Turkson, cardinale ghanese papabile ad un futuro conclave, si e’ riservata la sezione riguardante i migranti. Perche’ egli e’ convinto che di fronte a quest’emergenza c’e’ bisogno di un nuovo umanesimo, che vada contro la logica degli egoismi personali, che culmina nelle pratiche corruttive.